IL CIUCCIO E LA ZEBRA, LA SFIDA CONTINUA ORA IN B

Il ciuccio e la zebra, la zebra e il ciuccio. Che tristezza vederli entrambi, contemporaneamente, a tirare la carretta in Purgatorio, loro che il Paradiso l’hanno abitato, e da protagonisti. Sembra ieri e sembra un secolo quando Napoli e Juventus si contendevano vittorie e trionfi a suon di spettacolo, quando c’erano i Maradona, i Platini, i Careca, i Baggio, Zidane e divinità del genere a infiammare San Paolo, il Comunale e il Delle Alpi. Ben altra era la posta in palio, quest’anno sarà forse la mera gloria campanilistica ad essere in ballo. Ma chi di noi, guardando un Grava, un Gastaldello o un De Zerbi non avrà neanche un attimo di smarrimento nel pensare che una quindicina di anni fa in quelle maglie c’erano Ferrara, Scirea, Maradona? "Il lunedì, che gioia vera…", recitava l’unica parte che è lecito riscrivere, di un coro in voga al San Paolo a quei tempi, che si beava di utilizzare una sciarpa juventina come carta igienica. E che gioia vera dava battere la Vecchia Signora! Senza rimandi alla storia medievale calcistica, che richiederebbe un’intera giornata di appassionata scrittura e lettura, le soddisfazioni maggiori per i tifosi azzurri arrivano, manco a dirlo, nel periodo che vede la casacca numero 10 sulle spalle del suo vero e unico padrone, Diego Armando Maradona: come dimenticare la punizione in area di rigore di quell’inverno dell’85, che costrinse Tacconi a diventare tutt’uno con la rete e il pallone? Altro risultato eclatante, rimasto nel cuore dei tifosi azzurri per la sua portata e per lo stadio in cui fu conseguito, è uno spettacolare 3-5 a Torino, nel 1989, per i "gobbi" una sconfitta interna che ha pochi eguali nella sua lunga storia. E come dimenticare, nella stessa stagione, il 3-0 europeo che di fatto estrometteva i bianconeri dalla competizione che poi il Napoli concluse trionfalmente, oppure la Supercoppa del 1990 conquistata ai danni della stessa Juve con uno storico 5-1? Dopo le gioie, i tormenti. Inizia il nuovo decennio e in concomitanza col declino e successiva uscita di scena del suo Divino Trascinatore, inizia anche il declino del Napoli. E purtroppo quel fantastico primo settembre del ’90 è stata l’ultima occasione in cui abbiamo avuto la soddisfazione di battere i bianconeri. Da quel momento in poi è iniziata una serie stregata di vittorie juventine (o al massimo striminziti pareggi) che ancora non conosce fine nel 2006. E forse tutto quanto accaduto in questo scorcio di estate bollente, fra intercettazioni, processi e retrocessioni è un segno che la musica sta veramente cambiando.

Intanto le prime vittorie sulla società torinese le conseguiamo fuori dal campo verde: dallo scandalo-calcio il Napoli esce lindo e pinto, semmai vittima sacrificale di un sistema che ne ha sancito il discutibile fallimento prima, il mancato ripescaggio poi, per decisioni arbitrarie di un gruppetto di dirigenti corrotti che decidevano le sorti e le regole dell’intero gioco. Inoltre da prototipo di organizzazione aziendale quale si era posta in questi ultimi anni, con la rifondazione in atto la Juve avrà non poco da faticare e da imparare; e quale esempio migliore dell’organizzazione e della serietà di De Laurentiis e dei suoi fidi collaboratori, che si stanno imponendo sin dai primi vagiti del Napoli Soccer come modello da seguire per aver ricostruito una grande squadra partendo da zero? Infine, i successi della Nazionale Italiana e della Juventus stessa in questo periodo hanno come uomo simbolo un napoletano D.O.C., Fabio Cannavaro (e non dimentichiamo Ciro Ferrara), che Piazza del Plebiscito consacra come incarnazione perfetta del "Made in Napule".

Adesso siamo attesi alla prova del campo, e nonostante tutto la caratura tecnica dei bianconeri sarà indubbiamente superiore a quella dei partenopei Peccato per il palcoscenico che ospiterà la doppia sfida, una serie cadetta che sta più che stretta ad entrambe, ma comunque vada sarà una grande festa per noi, che li aspettiamo al varco da ormai 5 anni (11/2/2001, Juventus – Napoli 3-0 l’ultimo incontro ufficiale), e un assaggio del passato, ma soprattutto del futuro, per gli spocchiosi torinesi. Se saranno confermati i 30 punti di penalità, la classifica sarà bugiarda fino alla fine, e probabilmente per il 2007/2008 sarà il Napoli a dover attendere i rivali nel calcio che conta, per rivivere finalmente le sfide di una volta. In fin dei conti, la vera vittoria sarebbe terminare il campionato con almeno 31 punti di vantaggio. Solo così il ciuccio potrà tornare a stare sulla zebra, e solo così i nostri bisogni potranno essere di nuovo ripuliti da quel soffice, morbido, tessuto bianconero…

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