Quelli del pre-Gattuso infatti sono stati mesi difficili per il capitano del Napoli, finito addirittura in tribuna in occasione della trasferta di Champions a Genk. Tra Lorenzo e Carletto non è mai scoccata la scintilla. Un po’ per ragioni tecniche (Ancelotti ha sempre predicato nella sua esperienza napoletana il 4-4-2, mentre Insigne si era definito piu’ un esterno da 4-3-3 ) ma anche caratteriali. In assenza di feeling le stoccate non sono mai mancate. In estate Insigne aveva pubblicamente esternato il proprio desiderio di giocare in un’altra posizione, ma alla prima occasione Ancelotti lo aveva riproposto da seconda punta, facendolo quasi indispettire del tutto.

Poi la doppia esclusione consecutiva con Brescia in campionato (solo panchina) e Genk in Champions (addirittura in tribuna). Sembrava solo un caso, tanto più che alla seguente trasferta europea, quella di Salisburgo, aveva fatto il giro del web la corsa di Lorenzo per abbracciare l’allenatore dopo il gol decisivo sul campo degli austriaci. Anche quella volta, però, Insigne era partito dalla panchina. Insomma, una serie di indizi che alla lunga hanno fatto emergere un rapporto difficile tra l’allenatore e il giocatore simbolo della squadra, non vedendo di buon occhio neanche l’autorita’ del figlio Davide nello spogliatoio, facendolo passare come terzo incomodo davanti ai compagni di squadra.

Tornando ai giorni nostri, con l’arrivo di Gennaro Gattuso, tutta la squadra sta ricevendo benefici fisici ed emotivi, mostrando nuovamente un gioco ed una mentalita’ del tutto nuovi. Insigne è letteralmente rinato divenendo il simbolo, l’emblema del riscatto partenopeo con il numero 24 nuovamente decisivo, in entrambe le fasi e collante fra ambiente e squadra. Una delle chiavi che hanno permesso a Insigne di svoltare e racimolare 4 gol in 8 partite con Gattuso è il suo ritorno alle origini. A quel ruolo di ala sinistra, di esterno alto mancino che già nel Pescara di Zeman e poi nel Napoli di Sarri pose idealmente Lorenzo sulla mappa dei migliori talenti del panorama calcistico italiano.

Un capitano, in sostanza, che trascina i suoi dopo le enormi difficoltà della prima parte di stagione e punta a riportare in alto il Napoli.