DEL GENIO: “I LIMITI NELLA FASE DIFENSIVA SONO FIGLI DEL MERCATO”

Si ferma il campionato, si continua a parlare di Napoli. Tanti temi sul tavolo, dai tre successi di fila che hanno restituito serenità ad un ambiente già depresso, al futuro tecnico e societario. Riflessioni importanti, condivise con Paolo Del  Genio, volto storico del panorama giornalistico campano.

Gli ultimi risultati positivi possono essere letti come una sorta di rivincita di Benitez che, nonostante le pressioni dell’ambiente, è andato avanti per la sua strada?

“Direi proprio di si, stiamo parlando di un grandissimo allenatore, guai se ascoltasse tutti, non ne verrebbe più fuori. In realtà i problemi erano risolvibili, non occorrevano stravolgimenti di nessun tipo. Ha continuato a dare fiducia ai calciatori ed è stato ripagato”.

Si sottolineano spesso le difficoltà del Napoli nella fase difensiva: questione di modulo o di caratteristiche dei giocatori?

“Purtroppo, dopo l’ultima campagna acquisti, il Napoli non è riuscito ad innalzare il livello qualitativo della squadra. Sappiamo che il tecnico predilige il possesso palla ma evidentemente non ci sono gli interpreti giusti per ridurre al minimo gli errori nel fraseggio. A quel punto si è costretti a scegliere un’impostazione diversa, soprattutto a centrocampo”.

Da qui la rinascita di Gargano…

“Benitez lo sta impiegando con continuità perché se manca la qualità devi necessariamente affidarti a qualcuno bravo in fase di interdizione. Il ragazzo si sta disimpegnando bene e tornerà ancora utile, però credo che alla lunga la coppia che giocherà di più sarà quella composta da Inler e Jorginho. Poi sappiamo che l’allenatore cambia spesso gli uomini, soprattutto in un reparto dove il dispendio di energie è enorme”.

Come si spiega il vistoso calo di Albiol?

“Credo sia un problema fisico, non ci sono altre spiegazioni. Per fortuna Koulibaly riesce a metterci una pezza quando può. Con Fernandez  il difensore spagnolo avrebbe sofferto ancora di più”.

Continua invece il ballottaggio tra Mertens e Insigne, con il belga spesso relegato in panchina

“Le motivazioni sono esclusivamente tattiche, forse Lorenzo assicura maggiore copertura nella fase di non possesso. Anche davanti riesce a fare bene ma Mertens fa addirittura benissimo”.

Società e allenatore: alla scelta di Benitez, non è seguita una crescita del club in termini di investimenti e obiettivi. Giusto continuare a puntare, anche per il futuro, su un tecnico abituato a vincere?

“Difficile dirlo ora, non possiamo conoscere le intenzioni di De Laurentiis. Lo scorso anno gli obiettivi sono stati centrate ma quest’estate le cose sono andate diversamente. Per ora il discorso sul rinnovo del contratto è stato rimandato, staremo a vedere. Benitez, nel corso della sua esperienza a Napoli, ha allontanato i pregiudizi legati ad una scarsa capacità di adattamento al calcio italiano, i numeri parlano chiaro e i successi anche”.

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