DOPPIO EX, GRAFFIEDI: “BENITEZ TECNICO VINCENTE! NAPOLI FORTE, PUO’ PUNTARE ALL’EUROPA. MA OCCHIO A DI CARLO ….”
Ancora una sessantina di ore e poi sarà di nuovo campionato. Nel freddo gelido dell’Epifania il Napoli, fresco di esaltante vittoria della Supercoppa italiana, andrà al ‘Dino Manuzzi’ a far visita al Cesena. I romagnoli vivono una situazione drammatica: penultimi in classifica, la miseria di una sola vittoria in sedici partite e risultati alquanto deludenti che hanno costretto la dirigenza bianconera a silurare Pierpaolo Bisoli sostituendolo con Mimmo Di Carlo. La sfida con i partenopei è da far tremare i polsi, anche se le dichiarazioni degli ultimi giorni dello stesso mister e del direttore sportivo Rino Foschi fanno presagire quantomeno impegno e voglia di giocarsela da parte dei ‘Cavallucci’. E in merito al match di martedì, Pianetanapoli ha avuto il piacere di intervistare un doppio ex. Ossia Mattia Graffiedi, ex attaccante classe 1980, cresciuto nel Cesena, ove ha giocato nel 1998-99, nel 2001 e nel 2012-13, e protagonista di una breve ma non disprezzabile esperienza a Napoli nella stagione 2001-02, quella della promozione in a mancata di poco con Gigi De Canio in panca.
Allora Mattia, una sfida particolare per te. Romagnolo di nascita (di Cesenatico), nato calcisticamente nel vivaio bianconero, ma anche protagonista di un’annata a Napoli. Che ricordi serbi di quella seppur breve esperienza in azzurro?
“Beh, è stata senza dubbio un’esperienza molto positiva per me. Giunsi giovanissimo a Napoli, in una piazza importante, e peraltro ero reduce da un lungo infortunio. Quell’anno lottammo fino a 2-3 giornate dalla fine per vincere il campionato, in tutto io feci 25 presenze segnando anche tre goal. E’ stata una bella avventura, anche perché a Napoli ho lasciato molti amici che vengo a trovare spesso e volentieri”.
Ma a quel Napoli allenato da De Canio quale elemento è mancato, secondo te, per la promozione in Serie A?
“A mio parere la causa del mancato ritorno in A fu il nostro inizio difficile, con tanti problemi societari e, tra l’altro, con la retrocessione avvenuta la stagione precedente dal massimo campionato. Alla lunga pagammo questo scotto e cominciammo male il campionato. Dopodiché, man mano che andavamo avanti eravamo consapevoli di essere forti e competitivi, sicché cominciò da parte nostra una rincorsa che purtroppo non terminò bene, perché non è mai facile quando sei obbligato a vincere e rincorrere posizioni”.
Oltreché a Napoli, tu in carriera hai militato in altre piazze importanti. Ad esempio nel Milan, sebbene non a lungo; ad Ancona e Firenze, dove hai conquistato due promozioni in A (2003 e 2004); a Siena, debuttando in massima serie. Insomma, hai giocato ovunque. Quali sono state le avventure calcistiche che ti hanno formato di più, umanamente e professionalmente?
“Come calciatore, certamente le promozioni dalla B alla A ad Ancona e Firenze sono state molto importanti per me, soprattutto perché hanno rilanciato parecchio la mia carriera. A livello umano, invece, ho già detto di essermi trovato benissimo a Napoli, ma ho buoni ricordi anche del periodo trascorso a Modena (2005-2006, ndr), soprattutto per aver lavorato con un grande allenatore come Stefano Pioli. E a proposito di tecnici, ad Ancona mi sono trovato molto bene con un altro bravissimo mister quale Gigi Simoni”.
Certamente, essendo legato sia al Cesena che al Napoli, starai seguendo le vicende attuali della A. Come ti sembra questo Napoli? Che impressione ti fanno al momento gli azzurri?
“Il Napoli è sicuramente una grande squadra, anche se purtroppo in campionato manca di continuità e non è riuscito a mantenere i ritmi di Roma e Juventus, le quali sono partite fortissimo. A parte questo, tuttavia, gli azzurri hanno un’ottima rosa e le carte in regola per poter lottare per le prime posizioni, e il successo in Supercoppa può aiutare molto”.
Ma c’è un giocatore del Napoli che ti piace particolarmente?
“Eh, il Napoli di giocatori forti ne ha tanti! Mertens, Callejon, Hamsik, Higuain: una rosa fortissima, degna di un grande club!”.
E di Rafa Benitez cosa ne pensi?
“Beh, su di lui non c’è praticamente nulla da dire: ad oggi è uno dei migliori allenatori al mondo, con lui il Napoli è in buone mani. Lo spagnolo ha dimostrato di essere un vincente in ogni club da lui allenato in Europa: sa gestire il gruppo, riesce ad avere sempre la meglio nelle partite che contano, sa preparare le sfide alla giusta maniera. E’ un allenatore molto valido e per il Napoli rappresenta una garanzia”.
E a tuo avviso dove può arrivare il Napoli quest’anno, sia a livello italiano che europeo?
“Riguardo all’Europa League, credo che il Napoli debba puntare a vincerla: gli azzurri sono tra i principali favoriti alla conquista del trofeo. Per quanto concerne il campionato, invece, Juventus e Roma sono sicuramente di un gradino superiore, motivo per cui i partenopei possono tranquillamente ambire al terzo posto. Sono fortemente convinto che il Napoli sia capace di giocarsi questi due obiettivi, e ribadisco che Benitez rappresenta una garanzia in tal senso: gli errori commessi nella prima parte di stagione difficilmente si ripeteranno nella seconda”.
Eppure il Napoli non è riuscito, come detto prima da te, il passo di Juve e Roma: perché?
“Non saprei. Probabilmente gli azzurri hanno fatto troppo turnover in certe partite, e peraltro hanno perso moltissimi punti con le piccole, specialmente in casa. A proposito di quest’ultimo aspetto, ritengo che esso sia causato da semplici cali di concentrazione e da errori, e ciò non s’è verificato solo una volta: in più occasioni il Napoli s’è ritrovato sotto nel punteggio, dopodiché rincorrere e recuperare è sempre stato difficile, sebbene la squadra di Benitez nella maggior parte dei casi è riuscita a rimettersi in carreggiata”
Per quanto riguarda il Cesena, invece, le cose sembrano andare davvero male: penultimo posto con nove soli punti. §Al di là del piazzamento negativo in graduatoria, come giudichi la prima parte di stagione della squadra prima allenata da Bisoli e ora affidata a Di Carlo?
“Purtroppo in questi primi mesi le cose non sono state positive, e il distacco dalla zona salvezza adesso è abbastanza notevole. La permanenza in A non è impossibile, anche se ora, alla ripresa del campionato, i bianconeri devono vedersela subito col Napoli …. Per loro sarà dura fare risultato, anche se a Cesena c’è tanta voglia di calcio: la squadra vuole lottare e non desidera fare la stessa fine di quella squadra che tre anni fa retrocedette malamente in B”.
Ma a tuo avviso chi potrebbe essere il giocatore capace di aiutare i romagnoli a venire fuori dalla difficile situazione in cui essi si trovano?
“Sicuramente al Cesena servirebbe uno come Marilungo, un attaccante capace di dare una mano concreta con i suoi goal. E’ stato a lungo ai box per un grave infortunio, anche se adesso sembrerebbe molto vicino al rientro; sarebbe fondamentale recuperarlo. Là davanti, inoltre, possono essere di grande aiuto l’estro di Brienza e la fisicità di Hugo Almeida, giocatori con caratteristiche importanti”.
E secondo te, da un tecnico come Di Carlo potrebbe giungere per il Cesena una spinta decisiva, anche per dar fastidio alle grandi, Napoli compreso, in match che si preannunciano difficili nel prosieguo della stagione?
“Beh, i precedenti di Di Carlo contro il Napoli sono quasi tutti positivi, quindi qualche piccola speranza per lui c’è …. Scherzi a parte, è appena arrivato in bianconero e non ha moltissimo tempo a disposizione, specie considerata la classifica. Deve prima lavorare bene con la sua nuova squadra, e in seguito molto del suo operato dipenderà soprattutto da possibili nuovi acquisti, visto che il Cesena ne avrebbe davvero bisogno”.
E allora, questo Cesena-Napoli dell’Epifania che partita sarà? Quali ritieni saranno i temi fondamentali, chi potrebbero essere gli uomini-chiave del match?
“Sulla carta sembrerebbe una partita difficilissima per i romagnoli, i quali però dalla loro hanno il pubblico e la passione del ‘Manuzzi’. Visto il momento delicato, sarà fondamentale per gli uomini di Di Carlo restare in partita fino alla fine, cercando di non prendere subito goal e, quindi, di non far svanire sul nascere quell’entusiasmo dovuto alla ripresa del campionato. Pertanto, i romagnoli dovranno rimanere concentrati fino all’ultimo, e soprattutto non dovranno commettere l’errore di difendersi, perché è un danno chiudersi troppo al cospetto di giocatori fortissimi in attacco come quelli a disposizione del Napoli”.