ESCLUSIVA PN- Di Gennaro:”Il Napoli ha perso la fame di vittorie, la stagione può scivolare via velocemente!”
Dario Di Gennaro, noto giornalista di Rai Sport, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai nostri microfoni facendo un bilancio sulla prima parte di stagione del Napoli e spiegando i motivi della preoccupante involuzione delle ultime settimane.
1) Dopo la splendida gara contro il Liverpool il Napoli si è smarrito. Quali sono i motivi di questa involuzione?
“L’involuzione c’è stata ed è evidente sotto gli occhi di tutti, al di là dei risultati che non sono maturati dopo il Liverpool. Se si esclude la vittoria a Lecce sull’onda dell’entusiasmo, poi c’è stato un tracollo dei risultati ed un’involuzione tattica e tecnica e anche dal punto di vista della preparazione fisica perché i giocatori arrivano a fine partita sfiancati e con la lingua di fuori, quando in passato hanno sempre dimostrato di avere una gamba migliore. Solo Ancelotti e lo spogliatoio potrebbero spiegare cosa sia successo. Non so se l’esaltazione di quella gara abbia portato la squadra a pensare di poter stravincere su ogni fronte, soprattutto dinanzi ad un filotto di partite abbastanza abbordabili. Potrebbe esserci stata una situazione di sottovalutazione degli avversari e la sensazione di sentirsi imbattibili. La differenza tra una grande squadra e una che aspira ad esserlo è che il Liverpool poi ha vinto tutte le partite che c’erano da vincere dimostrando di voler reagire dopo quella serata storta, il Napoli invece è sembrato specchiarsi e ha perso quella fame di vittorie e di successi che dovrebbe avere perché nonostante lo spettacolo prodotto in campo, alla fine non ha vinto nulla. Dovrebbe azzannare il pallone ogni volta che entra in campo!”
2) De Laurentiis però aveva fiutato il pericolo con una serie di tweet per caricare il gruppo: possiamo parlare di un Napoli ancora immaturo?
“Probabilmente è un Napoli impreparato a gestire la ribalta come avvenuto dopo il match contro il Liverpool. Credo che al Napoli manchi un leader dello spogliatoio. Non ci sono più Hamsik e Reina, manca questa figura carismatica che tenga un profilo basso per tutta la squadra. A mio avviso ci sono anche situazioni contingenti come Mertens e Callejon che vorrebbero restare ma non trovano la sponda ideale in società, le loro prestazioni potrebbero non essere all’altezza della situazione o al contrario potrebbero strafare pur di convincere chi c’è dall’altra parte. Si stanno sommando una serie di situazioni che avrebbero dovuto rappresentare una rampa di lancio per proiettare il Napoli verso una classifica di vertice indiscusso con partite abbordabili e con una serie di punti da mettere in cassaforte. Ora bisogna capire come recuperare una stagione che rischia di scivolare via troppo velocemente senza aver lottato per nulla.“
3) Ancelotti sta compiendo una serie di esperimenti anche a distanza di pochi giorni. Come mai non è riuscito a dare continuità a quell’assetto tattico che aveva portato ad ottimi risultati tra ottobre e dicembre dell’anno scorso?
“Lo scorso anno fino alla gara con il Liverpool ha ottenuto ottimi risultati, quella squadra però credo che fosse ancora una sana espressione del Napoli di Sarri. Viaggiava a mille all’ora e si trovava a meraviglia in campo. Nella sera di Anfield è caduta la saracinesca sulla stagione dei partenopei perché l’atteggiamento del collettivo cambiò radicalmente. A volte alcuni stravolgono le capacità dei giocatori per adattarli ai nuovi schemi, altri le adattano ai giocatori che trovano. Carlo Ancelotti non ha trovato l’idea migliore per questa squadra nonostante sia arrivato secondo. Probabilmente non è rimasto convinto fino in fondo e lo si è intuito dal tentativo di prendere James Rodriguez e Icardi. Se uno cerca questi giocatori vuol dire che ha in mente un tipo di gioco con un trequartista ed un centravanti fisso. Elmas non è James e Llorente non è Icardi, tant’è che Llorente gioca come alternativa tra le tante che il Napoli ha in attacco. I tanti cambi sono attuati per cercare la soluzione migliore, che per ora non c’è. Il passo indietro sul 4-3-3 fa pensare che anche Ancelotti abbia dei dubbi sul tipo di formazione da schierare, oppure ha lasciato ai giocatori la chance di farlo ricredere su questo sistema di gioco.”
4) Si potrebbe rivivere una situazione analoga a quella del secondo anno di Rafa Benitez?
“Sono convinto di no perché anche per una questione prettamente aziendale ed economica è troppo importante qualificarsi per la Champions. Sarebbe più facile decidere di abbandonare l’Europa quest’anno per avere tutte le energie a disposizione per guadagnarsi il posto in Champions piuttosto che giocare su più tavoli e rischiare un quinto posto. Al di là di questo mio ragionamento, che potrebbe essere machiavellico, dico che il Napoli non rischia situazione soprattutto per mancanza di avversari. L’Atalanta è ampiamente alla portata, l’Inter con Conte ha fatto un salto di qualità pazzesco ma è da vedere dopo la sosta come reagirà e come si riprenderà dopo le due sconfitte con Barcellona e Juventus. Il Napoli è lí, tra Juventus e Inter, dietro non c’è nessun altro.“
5) Capitolo Champions: dopo il passo falso della Luminus Arena, il Napoli è obbligato a conquistare minimo quattro punti contro il Salzburg?
“Sì, io credo che a Salisburgo possa andare bene un pareggio ma deve essere un bel pareggio. Considerando il momento attuale del Napoli e la tana del Salisburgo che è difficile da superare, sarà difficile vincere. Può andare bene un pari che possa dare fiducia agli azzurri e piena consapevolezza di poter vincere al San Paolo. Un pareggio strappato potrebbe portare il Napoli a giocare con timore al ritorno e potrebbe succedere il patatrac. Il Salisburgo è una squadra molto aggressiva e anche offensiva e potrebbe favorire le ripartenze del Napoli. Chi recupera tre gol ad Anfield non ha paura di nessuno. Alla luce di questo è un peccato aver buttato due punti a Genk perché è stato fatto un regalo a tutti e allo stesso Genk che può pensare di rientrare in corsa per il terzo posto che la lascerebbe in Europa League. Il Napoli ha reso più thrilling un girone che forse avrebbe avuto una storia ben più diversa.”
6) Su Insigne e Lozano: entrambi hanno cominciato bene, poi un crollo vertiginoso dal punto di vista delle prestazioni. Come recuperarli?
“In realtà Lozano con la Juve ha segnato ma per il resto non ha fatto grandi cose, così come contro la Sampdoria. Il rebus è la posizione. Non è un centravanti, è un esterno e lo abbiamo visto in un quarto d’ora a Genk, dove spostatosi sulla sinistra ha avuto spunti da giocatore vero. È capace di superare l’uomo, di puntare l’avversario e di andarsene in dribbling, cosa che invece al centro dell’area di rigore considerando le sue caratteristiche fisiche è difficile fare. Seconda punta? Solo nel 4-4-2 classico di una volta ma in un tandem offensivo composto da una torre ed un piccoletto, ma quello non credo che sia il suo ruolo.
Insigne non è un trascinatore, è un ottimo giocatore, probabilmente un fuoriclasse per le sue qualità tecniche, però i campioni sono un’altra categoria. I giocatori che cambiano una squadra sono altri. Sono rimasto deluso dalla prestazione di Insigne contro il Torino, perché un giocatore che resta fuori per scelta tecnica dalla Champions League per distrazione e scarso rendimento in allenamento è una frustata che inciderebbe sul mio ego e sulla mia suscettibilità in maniera devastante, con una voglia matta di spaccare il mondo. Io ho visto invece un giocatore abulico e fuori dal gioco, certo non aiutata dal resto della squadra però non era il calciatore che mi aspettavo di vedere quella sera, tra l’altro era anche fresco ma l’ho visto abbastanza sulle sue a parte qualche buon lancio per Fabiàn e qualche occasione in cui è stato un po’ egoista. Non so se questa situazione è creata da malumori con Ancelotti o da incomprensioni per il ruolo, tuttavia è un peccato per lui ed è una situazione che va risolta quanto prima. Se non vuole stare più nel Napoli è giusto che vada altrove. Mi sembra che si siano persi certi sincronismi, giocatori che si trovavano a memoria ora fanno fatica. C’è una confusione tattica.”