EMANUELE BERRETTONI, L’AQUILOTTO CHE NON VOLA

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Emanuele Berrettoni nasce a Roma il 17 Maggio 1981sotto il segno dei Gemelli. Cuore biancoceleste fin da bambino, Emanuele compie i primi passi nelle giovanili della Lazio stregando il tecnico Bollini fino ad approdare in prima squadra nella stagione 2000-2001 per volere di Sven Goran Eriksson. Attaccante esterno di tecnica e velocità capace di saltare l’uomo per fornire assist preziosi senza dimenticare il fiuto del gol; descrizione che, stando alle statistiche, sembrano ben lontane dalle sue reali qualità. L’esordio in maglia laziale, cade in Champions League contro lo Slavia Praga, per poi ripetersi con Coppa Italia contro l’Udinese. Unico ricordo di lui, però, è un gol siglato ad Atene dove lo stesso Berrettoni ammetterà di “aver cercato solo il cross sul primo palo”. Mascherando la puzza del bidone sotto un più etico “maturare altrove”, Berrettoni finisce al Perugia dove resterà per tre stagioni contando 30 presenze e la bellezza di…zero gol. Nel Gennaio 2004, però, sembra rifarsi in Sicilia con la maglia del Catania: sei mesi con 16 presenze e i primi 3 gol da professionista; ciò nonostante anche il Catania lo scarta e il piccolo aquilotto si trasferisce al Crotone. Più che un trasferimento sembra una piccola vacanza poiché resta in maglia rosso – blu solo per il periodo estivo prima di essere investito dall’occasione della sua vita: Napoli. Pierpaolo Marino ha fretta. Deve mettere su una “squadra” in pochissimi giorni e nella fretta di scavare tra i defraudati di sogni pesca anche lui, Emanuele Berrettoni. Alla città partenopea, però, bastano sei mesi e 13 presenze per capire che c’è un limite anche nei supersconti, così nel Gennaio 2005 è dirottato a Ferrara per indossare 15 volte la maglia della Spal senza lasciare l’ennesima traccia. A Napoli, comunque, un piccolo ricordo è riuscito a tracciarlo: domenica 31 Ottobre 2004, al San Paolo arrivano i nero – verdi del Chieti, occasione più unica che rara. Quello è forse il giorno più infausto del nuovo Napoli sconfitta per 2 a 1 fra le mura amiche; Berrettoni riuscì, anche stavolta del tutto involontariamente, ad insaccare il pallone dopo un rimpallo con un difensore avversario a porta vuota. Ma il direttore di gara annullò l’esultanza rabbiosa del “bomber” di Fiumicino ravvisando un fallo di mano.

Nell’estate del 2005 arriva al Grosseto, dove finalmente riesce a chiudere la stagione lì dov’è iniziata: 11 presenze e zero gol lasciando rimpianti un po’ ovunque. Altra stagione, altra maglia, altro giro. Stavolta ricomincia dalla Serie C2 con la Bassano Virtus; sbalordendo tutti (compreso i più scettici): 78 presenze e 32 gol, incredibile! Trascinatore, stella e uomo squadra, tutto in un sol colpo per il passerotto che sognava di essere la grande aquila. Raccoglie la stima un po’ ovunque, soprattutto quella di Nereo Bonato, direttore sportivo dell’Hellas Verona, pronto a fare qualsiasi cosa pur di portarlo in gialloblù. Ci riesce nel Gennaio scorso affidandogli le chiavi dell’attacco veronese e forse anche un po’ della propria credibilità. Berrettoni, comunque, ha iniziato più che bene la stagione con l’Hellas siglando subito una doppietta in Coppa Italia. Fanno rumore le sue dichiarazioni: “Qualche rimpianto ce l’ho anche, ma quello che ho ottenuto è quello che ho meritato”, magari potessero parlare i rimpianti di altre sei società…

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