DOMENICO CRISTIANO: L’ENIGMA DEL MERCATO

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Domenico Cristiano nasce a Ravenna il 29 Marzo 1976 sotto il segno dell’Ariete. Calcisticamente si presenta come un centrocampista duttile e di buona qualità senza, però, eccellere nella corsa. Cristiano inizia la sua carriera nelle giovanili della Lazio tanto da trovare l’esordio in serie A nel 1994. Dopo tre stagioni nella prima squadra biancoceleste, il centrocampista ravennate si sposta a Venezia dove non andrà oltre le cinque presenze; stagione nuova e casacca nuova. Infatti, Cristiano passa al Castel di Sangro dove piazza le basi per la sua ascesa in carriera. Qui, colleziona 46 presenze e 3 gol tra la stagione 1996/97 e 1997/98; dove l’esperienza in maglia giallorossa, arriva l’esperienza al Monza (26 presenze e 3 gol) poi il suo primo approdo in Campania tra le file granata della Salernitana.

Cristiano ne fu presentato come l’ago della bilancia, il punto cardine del gioco spumeggiante e irresistibile, ma tra Agosto e Gennaio collezionerà solo 6 presenze prima di essere spedito in prestito alla Fermana (10 presenze e 0 gol). Torna a Salerno e riprova a dire la sua, cosa che nella stagione 2000/2001 non riuscirà a fare nonostante le 20 presenze condite da un gol.Come capitava fin troppo spesso in quel Napoli, ancora una volta qualche strano e impensabile processo chimico della ragione portò la dirigenza azzurra a puntare su di lui; l’incredibile, dopotutto, arrivò dal fatto che pur di avvalersi delle gesta inesistenti di Cristiano, il Napoli si privò perfino di Giorgio Di Vicino, come se fosse inutile puntare su un giovane di 20 anni se poi il mercato ti propone un astro incompreso del calcio italiano.

Tant’è, il Napoli formato “Circo equestre”, diede la possibilità ad una meteora invisibile d’indossare la maglia azzurra per due stagioni (dal 2001 al 2003); l’esordio in maglia azzurra, e rendiamo atto al coraggio di Luigi De Canio al secolo tecnico del Napoli, nella gara di Crotone vinta dagli azzurri per 2 a 1. Diciassette saranno le sue presenze in azzurro, un numero che la dice tutta. Finalmente, nel Gennaio 2003 qualcuno si rivelò più autolesionista di quello sciagurato Napoli. L’Ascoli ne raccoglie le gesta trattenendolo con se fino a tre stagioni, portandolo ad indossare la fascia di capitano nelle sue 77 presenze in maglia bianconera accompagnate da 4 gol. Nonostante la fascia di capitano e la stima regalatagli, l’Ascoli lo svincola a fine stagione lasciandolo senza contratto ma Cristiano di contratti può averne a bizzeffe. Infatti, da svincolato, prima l’Avellino poi il Bologna contattano il centrocampista che comunque si accaserà al Rimini: due stagioni, 47 presenze e un gol quindi nuovamente disoccupato. A 32 anni, però, non vuole arrendersi e così accetta la scommessa Pro Patria dove ancora oggi ne è impiegato.

Strana storia questa a pensarci: il Napoli lo prelevò in cambio del giovane Di Vicino, amatissimo da Zeman, in un momento delicatissimo dove anche la freschezza e la voglia di rivalsa che nasce in un ragazzo napoletano all’esordio con la maglia della sua squadra del cuore poteva portare più frutti di un calciatore che, fino ad allora, aveva collezionato un massimo di 46 presenze per giunta in terza serie. Come si dice: il pallone è rotondo no?! Meglio farci due risate anche se verrebbe davvero voglia di piangere…

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