DISPIACE REJA, I CONTI NON TORNANO PIU’
Con tutto il rispetto per l’uomo e per il lavoro svolto fin ora, sembra che l’avventura di Reja all’ombra del Vesuvio possa (se non debba!) essere considerata esaurita.
La prova offerta dalla squadra sabato a Bergamo è stato di quelle sconcertanti; paradigmatiche di una situazione conflittuale tra tecnico e squadra e della più totale anarchia e confusione.
Addirittura un veterano del calcio nostrano come Giacomo Bulgarelli, a margine del suo commento tecnico nella telecronaca su Mediaset Premium, ha criticato l’atteggiamento della squadra e la totale mancanza di serenità da parte del tecnico azzurro.
Risultati a parte, il pubblico è ormai stanco di assistere a spettacoli che rappresentano l’anticalcio fatta persona. Quasi viene voglia si strappare l’abbonamento e disdire il contratto con Sky o di gettare nel water la scheda del digitale terrestre. Basta, il sabato vogliamo divertirci!
Divertimento è lo slogan con cui De Laurentiis si è presentato a Napoli al divertimento il pubblico pagante ha diritto ad assistere.
Non si chiede di vincere e di andare subito in serie A, anche se questa squadra ne avrebbe sulla carta tutte le possibilità, ma almeno di assistere ad una partita di calcio lo si può pretendere.
In questo anno e mezzo di gestione Reja, solamente in rare occasioni si è assistito a spettacoli degni di questo nome e solo per la pochezza degli avversari e non per meriti eccelsi della squadra.
Oltre al danno sportivo anche quello economico. In qualche modo si sta depauperando anche il patrimonio tecnico, con la scelta inopinata di lasciare ai box giocatori come Sosa, Pià, Capparella e Trotta, per non parlare dell’utilizzo part-time di De Zerbi o dello scarso rendimento di Bucchi che ormai è arrivato alla 4° giornata senza segnare e senza vedere nemmeno la porta avversaria: lui il capocannoniere della scorsa stagione con 30 gol!. A chi vendere questi giocatori? La valutazione sarà la stessa di quando il Napoli li ha acquistati?
Non sembra nemmeno che Reja abbia queste grandi capacità di lanciare nuovi talenti, visto che nemmeno in serie C ne è stato capace. Allora che prospettive ci possono essere mantenendo ancora il friulano al timone della squadra partenopea.
Anche la società ha fatto male i suoi conti. Un uomo di esperienza come Marino che ha fatto grande l’Udinese, non riesce a costruire un centrocampo all’altezza della situazione? Perché da quando è a Napoli non guarda più al mercato sudamericano, pieno di talenti volenterosi e caparbi? Ma il Napoli quest’anno non avrebbe dovuto prendere Vives? Perché il talentuoso regista napoletano sta facendo le fortune del Lecce di Zeman che lo ha eletto titolare inamovibile (e sappiamo della competenza in materia di talenti del tecnico boemo) e non quelle del Napoli? Anche il direttore Marino ha delle spiegazioni da dare ai tifosi.
Il Napoli a centrocampo non possiede qualità, non possiede dinamismo né visione di gioco.
Sono anni che quello di centrocampo è il reparto che più ha deluso. A memoria di tifoso come non ricordare il reparto mediano che per due anni consecutivi rischiò di retrocedere in C? Husain-Montervino, Montesanto-Montervino, Vidigal-Montervino? C’è una costante in queste coppie di centrali che adesso è addirittura capitano del Napoli e che solo in serie C ha fatto un po’ la differenza:sapete dirmi chi è?
Invece di fare dichiarazioni aberranti come quella di affermare che Reja sarà il tecnico del Napoli in serie A, il direttore Marino dovrebbe essere molto più realista e umile nell’ammettere i suoi errori e nel voltare pagina, programmando già da adesso la campagna acquisti di gennaio assieme ad un allenatore che in prospettiva possa garantire una dignitoso futuro tecnico agli azzurri. C’è bisogno di ristabilire le gerarchie anche all’interno dello spogliatoio e di allontanare i giocatori che non sono da Napoli e rappresentano l’anticalcio. Ci siamo rotti le scatole delle mezze calzette, dei ciabattari del calcio. Il tifoso del Napoli vuole giocatori che abbiano gli attributi e i piedi da calciatore vero.
La sfida contro la Juve sarà il crocevia per Reja, società e giocatori, la partita della svolta, un match che dirà chi è da Napoli e chi no. Perché il Napoli merita di più, molto di più di questi spettacoli indecenti. La sfida con i bianconeri arriva nel momento meno opportuno ma almeno servirà, in ogni caso, a dare una scossa all’ambiente. Vedremo se, almeno caratterialmente, alcuni giocatori sono da Napoli.
Il presidente, che è uomo di imprenditoria e di spettacolo, deve intervenire a tutela dei diritti violati dei tifosi azzurri, che a questo punto ben farebbero ad associarsi e a protestare contro la lesione del diritto al divertimento che da tempo al S. Paolo viene posta in essere e reiterata con colpa gravissima se non, permettetemi la divagazione di matrice dottrinario penalistica, con dolo eventuale che equivale a volontarietà del fatto.
Ringraziamo Reja e, comunque vada con la Juve, si cambi pagina, tanto ormai è palese che la squadra non è più con l’allenatore, a cominciare dal vero capitano del Napoli, Paolo Cannavaro che pur di evitare brutte figure al S. Paolo sembra quasi che abbia preferito farsi ammonire per saltare la partita, dopo che due settimane fa aveva lanciato un duro strale di critiche al tecnico.
Cambiare ora vorrebbe dire aver tempo di pianificare. Aspettare oltre significherebbe dare addio alle possibilità di andare subito in A; possibilità che il Napoli possiede già da quest’anno, contrariamente a quanto affermato dalla società che alcune volte sembra mettere le mani avanti e crearsi degli alibi a cui solo un tifoso ingenuo potrebbe prestare fede.