CUORE AZZURRO: DA UN’IDEALE DI LIBERTA’ ALLA LIBERTA’ DI VIOLENZA
Napoli. Capitale del Sud – Italia; da sempre oggetto di discussione per il popolo tricolore, nel bene e nel male. Unica città a dare sogni, fantasie, colori e vivacità…ma quando i tempi cambiano, qualcosa si spezza. Napoli adesso, è una città che ha cambiato radicalmente il suo modo di ragionare, di agire e di vivere; esempio lampante è la tifoseria. Un tempo la Società Sportiva Calcio Napoli, vantava il pubblico più bello e caloroso d'Italia, e forse anche d'Europa, con i suoi colori, i suoi canti e la loro voglio di rivalsa; gente che sfogava con l'urlo del gol, ogni problema che assiepava la vita quotidiana; gente che andava allo stadio per passare una domenica di felicità, di sport e di relax, urlando a squarcia gola solo il nome e l'amore per la propria squadra, per quei colori capaci di dare emozioni, costernati da gioie e dolori. Quanta acqua è passata sotto i ponti, eppure fino a vent'anni fa, Napoli era sul tetto del mondo, e non solo a livello di squadra.
Napoli era unica anche come città, come gente, come tifoseria. Napoli era la protagonista negli stadi italiani, anche per curiosi sfottò, a volte anche divertenti e di buon gusto…adesso…Napoli è protagonista ancora, ma per motivi diversi, meno piacevoli, più inaccettabili. Ormai "l'ideale azzurro" è cambiato, lo stadio è diventato il modo per sfogare una frustrazione quotidiana, attaccando con violenza e presunzione tutti quelli che si presentano senza vergogna, senza paura…senza dignità. Andare allo stadio, non è più un modo per rilassarsi e gridare il proprio amore verso una "bandiera", ma solo per creare una vera e propria guerriglia fatta di insulti e violenza. Nel giro di vent'anni, Napoli è cambiata da uno spettacolo macchiettistico di buon gusto a una squallida commedia. La gente che va allo stadio entra praticamente armata, ma di chi è la colpa? Di tutti! Nessuno escluso, siamo tutti colpevoli, ogni uno di noi ha contribuito a dare vita a questo scempio. La società: perchè non è mai intervenuta a dovere, non intendiamo solo la gestione Marino – De Laurentiis, questo non è un problema nato ieri. Fin dai tempi di Ferlaino, si è pensato solo a stendere veli pietosi sulle vicende che accadono dentro e fuori lo stadio senza mai prendere dei sei provvedimenti. De Laurentiis, vuole riportare le famiglie allo stadio, ma a parole possiamo farlo tutti, qui è la concretezza che manca. La regione: Sindaco e Questura sono sempre presenti quando si tratta di affari e pubblicità, ma nel momento di vero bisogno diventano fantasmi. Di fronte ad un Napoli – Juventus sono sempre lì, in primo piano, a progettare forme di sicurezza speciali facendo diventare il San Paolo quasi un bunker, e poi? Poi dimenticano che il Napoli ha altre partite da affrontare e soprattutto trasferte di pericolosità infime.
Lo Stato: Si è parlato tanto di sicurezza negl'ultimi tempi, creando biglietti nominali e posti numerati per "riconoscere subito e con precisione i colpevoli di spiacevoli inconvenienti", diciamoci la verità, questa è una manovra per eliminare i rivenditori di biglietti falsi (tra le altre cose, problema mai risolto), la sicurezza latita. I tifosi: la colpa è anche nostra, non emarginiamo questi elementi, anzi gli diamo forza, dedicando striscioni e cori a gente che è stata messa in galera per aver assalito tifosi avversari. E' anche in questo modo che si alimenta questo disgustoso spettacolo, l'unione fa la forza, adesso sono i teppisti che lo urlano ai quattro venti, vantandosi di rompere vetrine, incendiare auto, attaccare forze dell'ordine e tifoserie avversarie, prendendosi gioco di un'ideale che ormai non esiste più.Il calcio va alla rovina, e con lei anche la dignità di un'intera città. Napoli non è quella che vediamo oggi, non è fatta di gente che spara razzi nelle curve avversarie, non è la città che attacca le forze dell'ordine, chiamate solo a fare il loro dovere, non è la città che esplode rabbia e frustrazione con la violenza; Napoli è la città dei colori, che spara cori d'amore e sacrificio verso una "bandiera" che è come una seconda pelle, che attacca il proprio cuore ad speranza, ad una gioia chiamata vittoria, che esplode in un grido chiamato gol…speriamo che davvero si possa dire basta. Questa è una società che sta rinascendo ed ha bisogno dell'apporto di tutti, cominciamo dalle cose più semplici, cominciamo a tornare, passo dopo passo, quella tifoseria più invidiata al mondo; quella tifoseria che solo chi indossa questa maglia, può capire la propria vera grandezza…anche da qui si torna grandi!