CONCRETEZZA E BUONA SORTE: IL NAPOLI STENDE IL CHIEVO
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Grava, Aronica, Britos; Zúñiga, Inler, Gargano, Dossena; Hamšik (67’ Maggio), Lavezzi (77’ Pandev); Cavani (88’ Vargas). (Rosati, Fernández, Fideleff, Džemaili). All. Mazzarri.
CHIEVOVERONA (4-3-1-2): Sorrentino; Dramé, Andreolli, Acerbi, Sardo; Hetemaj, Luciano (74’ Rigoni), Bradley (74’ Vacek); Théréau; Paloschi (60’ Moscardelli), Pellissier. (Puggioni, N. Frey, Cesar, Cruzado). All. Di Carlo.
Arbitro: Gava (Conegliano Veneto)
Guardalinee: Stefani (Milano) – Rosi (Gubbio)
IV uomo: Damato (Barletta)
Marcatori: 14’ Britos, 36’ rigore Cavani
Ammoniti: Sardo (C), Grava (N), Hetamaj (C), Zuniga (N), Andreolli (C), Britos (N).
Recupero: 2’ pt, 4’ st.
Dinanzi a un San Paolo più vuoto del solito (appena 25.000 spettatori, sintomo evidente del momento poco felice), il Napoli tenta di dare una sterzata alla sua stagione contro il Chievoverona, la bestia nera che non riesce a battere da ormai due anni. Mazzarri apporta alcune modifiche in difesa: assente Cannavaro per squalifica, il livornese lascia Campagnaro addirittura in tribuna e Fernández in panchina, schierando dal primo minuto Britos e il redivivo Grava, finalmente in campo a tredici mesi dall’infortunio, al fianco di Aronica; Zúñiga rileva Maggio in mediana, dove Inler e Dossena tornano dall’inizio, mentre i tre tenori sono al loro posto in attacco. Di Carlo si affida a Dramé e Acerbi nel reparto arretrato e tiene in panca Moscardelli, con Paloschi al fianco di Pellissier e Théréau trequartista. Si comincia, e il primo tiro in porta è del Napoli: al 3’ azione personale di Lavezzi che dal limite dell’area lascia partire una conclusione che finisce di molto a lato; un minuto dopo è ancora il Pocho, servito da Hamsik, a tentare un tiro a giro dall’interno dell’area con palla oltre la traversa. Poco dopo si fa vedere anche il Chievo, con un corner di Bradley che De Sanctis smanaccia fuori. Nei minuti successivi i partenopei cercano di costruire trame di gioco concrete e si gettano in avanti generosamente, ma commettono i soliti errori nell’impostazione della manovra e trovano gli spazi chiusi dai difensori e dai mediani gialloblù, vedendosi così costretti a tentare da fuori, con Inler, al 10’: palla alta. Al 14’ arriva il goal del Napoli: angolo di Lavezzi e Britos, lasciato colpevolmente solo dai difensori clivensi (ingannati dall’intelligente “blocco” di Inler), batte Sorrentino con un perfetto colpo di testa. Il goal mette le ali ai piedi agli azzurri, che continuano ad attaccare e al 20’ ci provano ancora Inler dal limite, ma di nuovo la palla finisce a lato. Nei minuti successivi il Napoli, forte del vantaggio acquisito, tiene il campo pur commettendo qualche sbaglio di troppo in fase di possesso, mentre il Chievo non rinuncia ad attaccare in contropiede sebbene non crei grossi pericoli a De Sanctis, almeno fino al 30’, quando Pellissier, servito da Sardo appena dentro l’area, si gira e tira di destro ma il portiere azzurro blocca. Sei minuti dopo Lavezzi prende palla nella metacampo azzurra e serve Hamsik centralmente: lo slovacco filtra per Cavani che viene bloccato da Sorrentino, recupera la palla ma viene atterrato dall’estremo difensore clivense: è rigore e il Matador trasforma spiazzando il portiere. Al 40’ pericolosa azione del Chievo: punizione di Bradley dalla trequarti, corta respinta della difesa azzurra e Sardo, in piena area di rigore, tira al volo di destro ma trova la pronta risposta di De Sanctis; al 42’ è Théréau a provarci dal limite dell’area, ma la palla finisce oltre la traversa, mentre un minuto dopo, su cross di Paloschi, Pellissier di testa manda il pallone alto. Nonostante i veneti continuino a buttarsi in avanti, il Napoli riesce a resistere e chiude il primo tempo in vantaggio di due reti.
Nella ripresa le squadre rientrano in campo senza aver effettuato cambi. Il Chievo cerca fin da subito di riequilibrare le sorti della partita lanciandosi in avanti, ma il Napoli, anche se a fatica e con un po’ di frenesia, riesce a venire fuori in contropiede costringendo i gialloblù a stare lontani dalla propria metacampo e rendendosi ancora pericolosi al 52’ con Gargano, che dal limite lascia partire un tiro molto forte che Sorrentino devia in angolo non senza difficoltà. Gli azzurri cercano di far passare i minuti, affidandosi al possesso-palla e senza rinunciare comunque ad azioni di rimessa, anche se al 58’ Britos si fa rimpallare da Luciano, il quale serve Pellissier che di prima manda la palla alta. Sull’altro fronte, i veneti commettono qualche errore in attacco facilitando le cose ai difensori partenopei, tuttavia è ancora il Napoli a rendersi pericoloso prima con Cavani, che si fa intercettare dal limite da Andreolli, poi con Inler, che su calcio d’angolo colpisce di testa facendosi bloccare da Sorrentino. Poco dopo, break del Chievo con Théréau, che su cross di Pellissier tocca debolmente in spaccata tra le braccia di De Sanctis e addirittura con Dramé, che in posizione avanzata ci prova dal limite ma manda alto. Al 69’ ancora Inler da fuori area: lo svizzero approfitta di una respinta corta su cross di Maggio (entrato al posto di Hamsik) e dal limite costringe Sorrentino a una respinta non facile. Nei minuti successivi, per quanto tenti di reagire con orgoglio, il Chievo non combina molto, incapace di sfruttare i calci piazzati e bloccato dal Napoli che, una volta tanto, riesce a chiudersi e difendersi con ordine, arrivando persino a prodursi in veloci capovolgimenti di fronte nei quali, però, manca di precisione e cinismo pur creando qualche affanno alla retroguardia gialloblù. I minuti scorrono rapidi, con gli azzurri che amministrano il vantaggio con calma e sicurezza, come non si vedeva ormai da una vita, concedendosi finanche il lusso di lasciar sfogare il Chievo nei suoi ultimi tentativi di riaprire il match; gli unici eventi di rilievo delle ultime fasi sono una caduta in area del fischiatissimo Moscardelli, a secco stavolta, e lo sfortunato infortunio di Vargas che, subentrato al posto di Cavani, nel tentativo di tenere la palla in campo sull’out destro appoggia male il piede a terra, procurandosi una sospetta distorsione: un problemino in più per il cileno nella sua fase d’integrazione negli schemi della squadra oltreché nel clima del nostro campionato. Il fischio finale del signor Gava dopo quattro minuti di recupero dà al pubblico di Fuorigrotta un sospiro di sollievo: il Napoli torna alla vittoria dopo oltre un mese, salendo a quota 34 in classifica e rimanendo al settimo posto a un solo punto dalla Roma, inopinatamente sconfitta a Siena. Ancora molte cose da rivedere sul piano del gioco, ma questo successo, ottenuto al culmine di un periodo negativo e disgraziato e perdipiù contro una squadra che aveva battuto i partenopei per tre volte in due anni, potrebbe rappresentare per il Napoli un’importantissima svolta quantomeno a livello psicologico e mentale.