COM’E’ BELLO "IR DE TAPAS"

Hola!

Non bastano Messi e Neymar, e neppure gli acquisti milionari del Real Madrid per permettere al calcio di soppiantare lo sport più amato dagli spagnoli: "ir de tapas".Ebbene sì, la passione più in voga tra uomini, donne, giovani, vecchi e bambini nati e cresciuti nella terra di Miguel de Cervantes, sono le "tapas". Lungo i barrios delle città si celebra il rito enogastronomico itinerante tra bar e ristoranti. Certamente la colonia spagnola arrivata a Napoli non sentirà la mancanza culinaria del proprio Paese, viste le numerose e succulente pietanze che la nostra cucina può offrire, ma "ir de tapas" è un'abitudine che non si può dimenticare, una caratteristica tutta spagnola nell'antica arte del "comer" (mangiare). Sui banconi tanti spuntini, le tapas appunto, e la possibilità di accompagnare il tutto con vino o birra spiluccando a destra e a manca nei numerosi vassoi, così tanti da formare un pasto completo.Le tapas rappresentano un vero e proprio antesignano dell'aperitivo che è arrivato da qualche anno a rinverdire il concetto di cena: aceitunas (olive), albondigas (polpette), bacalao (merluzzo), pichirones (peperoncini verdi), patatas bravas (patate al forno o fritte con una salsa gustosa), pan con tomate (il classico pane e pomodoro), ma anche pulpo a la gallega (polipo condito) o tortillas de patatas e espinacas. Ce n'è per tutti i gusti e i costi sono accessibili; insomma la forma migliore per deliziare il palato con prezzi contenuti contro una crisi che stenta ad andar via. Non c'è niente da fare, è l'ennesimo modus vivendi tipico spagnolo tanto caro alla tradizione napoletana, quell'arte tipica di cavarsela in qualsiasi contesto, anche in cucina.Ma perché "ir de tapas" cioè letteralmente andare di tapas? La semplice usanza vuole che gli spagnoli ne gustino un paio in un locale per poi passare al successivo e così via per tutta la sera, tra chiacchiere, musica e risate. Il mix giusto per staccare la spina dopo una giornata di lavoro e tornare a casa felici e sazi. E anche in questo Benitez e co. ritroveranno a Napoli, anche senza tapas, la giovialità tipica dello stare a tavola. Non c'è risultato che tenga!Concludiamo con una chicca storica: tapa significa coperchio e viene associato al cibo perché un tempo in Andalucía, venivano servite fette di pane o di jamón (prosciutto) per coprire i bicchieri, in modo che non vi finissero accidentalmente dentro gli insetti. Ora sapete cosa fare? Avvistate Callejon sul lungomare? Non chiedetegli il solito autografo, piuttosto offritegli un buon bicchiere di vino e pan con tomate.

¡Hasta la próxima!

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