CARO POCHO, NON TI CRUCCIARE

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San Gennà, non ti crucciare, tu lo sai, ti voglio bene, ma na’ finta e’ Lavezzi squaglia o’sanghe  dint’ e’vvene”. Se quel genio di Luciano De Crescenzo oggi dovesse decidere di fare un remake de “Il mistero di Bellavista” venticinque anni dopo, con ogni probabilità Luigino O’ poeta si esprimerebbe in questi termini. Già perché alcune giocate del Pocho davvero fanno intravedere lontanamente quelle di un altro argentino, che proprio in questi giorni si è preso anch’egli una bella rivincita. La gente, perciò, sta dalla parte di Lavezzi, come ha dimostrato alla sua uscita dal campo domenica pomeriggio, quando si è alzata in piedi ed ha acclamato a gran voce il suo nome. Comprensibile lo sfogo del Pocho alla redazione sportiva del quotidiano argentino El Clarin, alla quale ha confessato di essere stufo del fatto che attorno al suo nome si cerchi in tutti i modi di montare un caso e di far polemica sempre e comunque. In fondo sarebbe bastato andare venerdì sera sul sito dell’Afa (la federazione argentina n.d.r.), per scoprire che nonostante tutto l’ambaradan legato al suo passaporto, Lavezzi ha lasciato Buenos Aires allo stesso orario in cui l’hanno lasciata i suoi colleghi che giocano in Spagna e in Germania e con molto anticipo rispetto a quelli che giocano invece nel campionato inglese e francese. Inoltre il portiere del Catania Andujar, che non ha perso alcun passaporto, è salito sullo stesso volo preso da Lavezzi per rientrare in Italia. Insomma, come spesso accade, tanto rumore per nulla. Tranquillo, però, Pocho: la gente sta dalla tua parte e chiede solo di essere ripagata con prestazioni come quella di domenica scorsa.

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