Basta essere così umorali: esultate finché siete in tempo!

Nell’ultima giornata di campionato il Napoli ha vinto con due goal contro la Spal, uno dei quali siglato, dopo il momentaneo pareggio seguito al goal di Allan piratescamente da un insospettabile Mario Rui.

Il portoghese, complici l’infortunio di Ghoulam e l’evanescente mercato azzurro sulle fasce, ha avuto il posto assicurato sotto la gestione di Carlo Ancelotti in questo campionato, un ruolo che è stato spesso nefasto: non si cancellano dalla cronaca delle partite e nemmeno dai cuori e dalle menti degli spettatori gli errori compiuti dal portoghese.

Verticalizzazioni, passaggi sbagliati, palle perse, le sue défaillance che sono costate care al Napoli soprattutto su palcoscenici importanti come quelli delle partite europee. Ebbene, Mario Rui ha segnato il goal vittoria contro la Spal ma in un momento che è solitamente per un calciatore di liberazione invece il portoghese è apparso scuro in volto e non ha esultato; gesto che pare mettere un punto al suo rapporto con la tifoseria e alla sua esperienza in azzurro.

Soprattutto se paragonato al bacio della maglia visto da parte di Allan: non è un mistero quanto il brasiliano sia amato dal pubblico, così come non lo è il fatto che le sirene di mercato l’abbiano voluto – e lo vogliano ancora – lontano dall’ombra del Vesuvio. La passione e la grinta di Allan però spiccano ancor di più se confrontate con il gelido sguardo e il silenzio di Mario Rui, mai troppo amato, mai troppo apprezzato e soggetto a critiche – come è giusto che sia rimanendo nei termini della civiltà – quando le prestazioni sono state deludenti e in alcuni punti decisive.

Cosa ci si aspetta da questo pubblico? Che si compatti con chi negli occhi non ha la voglia di riscattare un’annata blanda, con chi per primo non gioisce con i propri compagni?

Rinvigorire la rosa è un compito che spetta al triumvirato composto da presidente, direttore sportivo e allenatore quindi finché non si aprirà – e concluderà – il mercato la Napoli calcistica può soltanto stare alla finestra ed attendere. Che non si rimproveri però a questi tifosi di non tenerci alla propria squadra, perché fin quando si vedono calciatori lottare per onorarla, saranno rimasti in pochi sugli spalti, ma gli applausi non mancano; quando però fai un goal – e pure decisivo – ed invece di esultare al miracolo sembri esserne deluso un tifoso, ma qualsiasi amante di questo sport, non può volerti bene e qualche fischio finisce che te lo meriti.

Il calcio è lo sport più bello e più duro di tutti, in pochi minuti e per un solo errore l’immagine di un ragazzo può essere demolita, ma a Mario Rui va un messaggio: si può distruggere ma anche ricostruire e amare meglio, più forte di prima.

Soprattutto se valutiamo che i suoi errori hanno agevolato l’uscita dalla Champions – non è accanimento ma ci si affida a dati statistici – dove in ogni partita c’è stato un tocco da annali, da manuale di “tutto quello che non si fa sul rettangolo di gioco”, ieri avrebbe dovuto esultare e dire grazie al destino, ad Ancelotti, alla maglia e a chi c’era a guardarlo sotto la pioggia battente e che – innamorato della sua squadra prima di ogni altra cosa – avrebbe gridato : “Bravo Mario!”

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

Translate »