AMMORE MIO
Il passaparola è iniziato dopo la disfatta della compagine scaligera figlia di Giulietta, nessuno vuol venir meno al D-Day Azzurro, è una settimana che non senti altro che parlare in giro, “Vai a vedè ‘o Napule?”, e l’altro che risponde “E’ chi so’ perde, me’ custàte care e amare, ma comme faie a sta a casa !!”, caccia frenetica ai biglietti, shopping sfrenato per l’occorrente da stadio e non, sciarpa, bandiera, tromba, sonetto, bandierina, magliette che hanno sfrenato la fantasia del tifoso napoletano, si aspetta solo l’esito o meglio l’ufficialità.
Il nostro cammino inizia di buon ora, una Napoli ancora assonnata alle 08.00 di una mattina bestiale, chi si aspettava una giornata di sole, purtroppo è rimasto deluso, è un tempo da cani, ma nulla spaventa e via con i riti propiziatori, da piazza Carlo III° alla stazione centrale nei bar è sempre lo stesso discorso, l’argomento è uguale per tutti, O’ Napule, oggi, giustamente esiste solo Lui, dopo sette lunghi anni si sta per ritornare la, ve lo diciamo più tardi dove , adesso no!!!, scendiamo alle 10.30 nella stazione della metropolitana alla ferrovia, i treni partivano già pieni, davanti a noi ne sono partiti due, un addetto ai lavori ci ha detto che è stato affrontato un piano straordinario per la “giornata azzurra”, sembra di vedere un esercito unito, compatto, tutti vestiti d’azzurro, la felicità è l’unica compagna di viaggio di questi uomini, donne, ragazzi, che aspettano solo il pronti via, tutto questo quattro ore e mezza prima della partita.
Alla stazione di Campi Flegrei, alla fermata del treno è uno spettacolo, all’arrivo di ogni treno c’è uno strombazzare, si scende e cominciano i cori, Napoli sta facendo le prove generali lontano dai propri beniamini, altrimenti non c’è più sorpresa, e Vi assicuriamo che ne saranno tante, una più bella dell’altra, alle 11.30 raggiungiamo il S. Paolo, ci sono già lunghe file, potere del Presidentissimo, i napoletani, come sempre, sono stati di parola, più di tre ore prima della partita ed in fila ordinati, BRAVI!!!
Le bancarelle fanno affari d’oro, dopo tanti anni bui ne siamo felici, almeno a Napoli c’è qualcuno che aiuta chi ne ha bisogno, notiamo delle scene molto carine, bambini che praticamente trascinano per mano il papà ad acquistare la sciarpa o la trombetta o la bandiera, questi bambini di oggi saranno i tifosi del Napoli di domani esorta il venditore, “Accattatangella”, non possiamo dargli torto, “Visto quanti ragazzi tifosi di altre squadre ci sono a Napoli, il dopo Maradona è stato devastante, ma adesso che si sta recuperando alla grande imprimiamo questa fede nei cuori dei nostri ragazzi, Napoli dovrà essere sempre nei nostri cuori”, sono bastate queste poche parole dette ad un nutrito gruppo di tifosi, che ci avevano riconosciuto, per scatenare l’applauso e l’ovazione con esortazione compresa a continuare a lavorare con lo stesso ardore ed impegno di sempre.
Tornando alla situazione stadio, alle 12.00 l’ingresso inizia tranquillo e continua disciplinatamente, i tifosi, nel caso ce ne fosse stato bisogno, danno segno di maturità, all’interno, al nostro ingresso intorno alle 13.30, lo stadio è praticamente pieno, un colpo d’occhio eccezionale, si intravede qualcosa della coreografia della curva B, è ancora presto, il tutto è rimandato al fischio d’inizio, per ingannare il tempo ascoltiamo i commenti della gente e degli addetti ai lavori, uno stadio così pieno e colorato non lo si vedeva dai tempi di Diego, che brividi, che emozioni, è uno spettacolo tinto d’azzurro in ogni lato del campo, tutto lascia presagire che di li a poco ci sarà la sospirata ufficialità, ma è ancora presto per dirlo.
Si scopre in tutto il suo splendore la coreografia della curva, un fondo azzurro con la scritta in bianco TI AMO, l’amore di una grande tifoseria per una squadra rinata dalle ceneri di un tribunale fallimentare, ma questa è una altra storia, ormai vecchia, inizia la partita, i fischi per il Lecce sono assordanti, il Napoli non molla un attimo la preda salentina, e su un cross di Rullo, ex di turno, di testa Calaiò insacca e Napoli sogna, i sei milioni di tifosi nel mondo sognano, quella benedetta lettera….è la ad un passo, da qui in avanti sarà un susseguirsi di boati da parte del pubblico, Piacenza in vantaggio, pareggio del Vicenza, pareggio della Triestina, ma alla fine arriva una mezza doccia fredda per i tifosi del Napoli, il Mantova batte il Genoa per 1-0 al 47’ del secondo tempo, il Napoli è secondo, il Genoa terzo, dovrebbe essere una gioia, ma invece il forte vincolo di amicizia che ci lega ai cugini genoani e l’ultima partita proprio con i grifoni ci demoralizza non poco, domenica a Marassi sarà uno scontro fraticida, se il Napoli pareggia o vince va direttamente in A, il Genoa invece ha un solo risultato, la vittoria, certo non c’è che dire una bella gatta da pelare, dispiace che tutto questo avvenga fra due squadre, due tifoserie gemellate, l’amicizia nel calcio è diventata una bestia rara, peccato, ci auguriamo che domenica vinca lo sport, e scusate, anche il Napoli, la partita termina con l’unico gol dell’arciere Robin Hood, la gente abbandona le gradinate delusa, ma non per il risultato, solo perché bisogna attendere un'altra settimana, altro stress, altro patos, con duello finale all’ultima goccia di sudore, sarà anche bello dopo, ma perché tanta sofferenza? Non soffriamo già abbastanza? Evidentemente fa parte del nostro destino soffrire, soffrire, soffrire per poi gioire, gioire, gioire.
Grazie Napoli per lo spettacolo offerto davvero da grandissima platea.