AMMAZZALORSO: "PIA’ E’ UNA PUNTA, NON UN ESTERNO"

Le ultime partite del Napoli se da un lato ci hanno consegnato il primato solitario in classifica dall’altro ci hanno ridato un Pià quasi irriconoscibile. Con uno dalle caratteristiche come quelle del brasiliano ci si aspetta sempre qualcosa in più. Inoltre visto lo sbalorditivo precampionato di cui l’ex atalantino è stato protagonista, ci si aspettava che quest’anno il numero 11 azzurro potesse fare davvero la differenza. Invece un po’ qualche acciacco di troppo, un po’ i brutti campi hanno portato Pià ad avere un rendimento decisamente al di sotto delle aspettative. I motivi di questo che si spera sia solo un momento di crisi li abbiamo chiesti ad Aldo Ammazzalorso che ha allenato il brasiliano in B ai tempi dell’Ascoli.

Mister, le doti tecniche di Pià non si mettono assolutamente in discussine, allora lei come si spiega questa difficoltà di esprimersi al meglio da parte del calciatore brasiliano?

"Da esterno è difficile capire i motivi di questo rendimento non esaltante. Se lo allenassi potrei dire di più. Comunque credo sia un momento passeggero dovuto ad una forma fisica non proprio pari al 100%".

Visto che con lei ad Ascoli ha fatto 13 gol, qual’è il segreto per farlo rendere al meglio?

"Francamente non saprei. Posso dire che ad Ascoli giocavamo con un 4-4-2 e Pià faceva la prima punta insieme a Colacone. Erano due attaccanti leggeri, di taglia piccola ma rapidissimi e soprattutto abili ad inserirsi negli spazi".

Qual è il ruolo che si addice di più alle caratteristiche del brasiliano?

"Sicuramente non è un esterno. Ha le caratteristiche della punta centrale e va sfruttato per la sua abilità di saltare l’uomo nell’uno contro uno. E’ un giocatore molto veloce ma farlo giocare sulla fascia non lo mette a suo agio".

E’ meglio farlo giocare sulla trequarti alle spalle degli attaccanti o da seconda punta?

"Per le sue caratteristiche è meglio farlo giocare da seconda punta".

In precampionato Pià ha stupito tutti con prestazioni davvero ad altissimi livelli. Come si spiega ora lei questa sua involuzione?

"In precampionato è stato effettivamente protagonista di partite formidabili ma questo penso sia un semplice periodo no. Ha dei numeri importanti e verranno fuori alla distanza".

Secondo lei la C può davvero compromettere così tanto le prestazioni di calciatori che, come Pià, sono di categoria superiore?

"In C si gioca in maniera completamente diversa. Il gioco è molto spezzettato per via dei tanti falli. Inoltre ci sono molti contrasti duri e poco spazio per andare in velocità. Aggrediscono tanto da non lasciarti quasi giocare. Pià, in particolare, vedo che subisce molti falli anche quando va a prendere palla a metà campo".

Lei conosce bene anche Fontana. Con la maglia del Napoli gioca da regista e questo lo porta a subire molti falli che lo costringono spesso ai box. Potrebbe, secondo lei, giocare da trequartista?

"Fontana ha le caratteristiche per giocare bene in entrambi i ruoli. Ad Ascoli lo facevo giocare da regista e riusciva a fare la differenza. Sui calci piazzati era sempre temibilissimo. Fece anche 8 gol poi a gennaio passò alla Fiorentina".

Mister l’ultima domanda gliela voglio fare sul Napoli. Gli azzurri sono primi ma seguiti a ruota da Sangiovannese e Perugia. Gli umbri, in particolare, sembrano essere i candidati numero uno a recitare il ruolo di anti-Napoli. Ma, secondo lei, i grifoni posso pagare gli handicap della partenza ritardata come capitò al Napoli lo scorso anno?

"E’ probabile. Il campionato è lungo, difficile e molto dispendioso. Inoltre ci sono tante squadre che lotteranno fino alla fine per un posto in Paradiso. Il Napoli, comunque, non ha rivali e andrà in B vincendo il campionato. Ha qualità che alla lunga verranno fuori. Se oggi è primi pur non giocando ad altissimi livelli figuriamoci quando inizierà ad ingranare la marcia".

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