Lo zibaldone azzurro : Napoli-Milan dalla A alla Z!
Tutto (o quasi) quello che è successo dalla conferenza pre-gara al post-partita lettera per lettera.
Andujar, leader si nasce, c’è poco da fare : parla lui alla squadra nell’abbraccio pre-partita, parla lui alla squadra nel sottopassaggio prima di rientrare in campo per la ripresa; Reina manca, ma così un pò di meno.
Bonaventura, sembra più piccolo ma i suoi 180 cm li fa sentire tutti quando si tratta di affrontare il Napoli: gol di testa all’andata, palo di testa nell’unica sortita offensiva dei rossoneri in quel del San Paolo. #isorciverdi
Ciro, perché la memoria si onora con il silenzio, ma il ricordo è d’obbligo un anno dopo quel surreale 3 maggio di un anno fa.
Diego Lopez, se sei sempre il migliore in campo nonostante la tua squadra prenda costantemente gol qualcosa vorrà pur dire : portierone.
Europa, tra quella da giocare e quella da conquistare questa squadra sembra essersi finalmente sprovincializzata: qualunque sarà il futuro, guai a fare passi indietro in tal senso!
Fulminea, l’espulsione per il povero De Sciglio: Hamsik gli sguscia via come un anguilla e lui non riesce a domarlo.
Gonzalo, fallisce dove ha fallito più spesso in questa stagione, accusa il colpo fino a quando non gli arriva un pallone da spingere facile facile in rete e riprendersi il Napoli.
Hamsik, che ti è successo ragazzo? Capiamoci, in positivo : la posizione? Dieci metri dietro? O quindici? Spazzatura da consegnare ai meno attenti; c’è con la testa, tutto qua.
Insigne, un poeta che scrive poesie usando i piedi come penna e il pallone come inchiostro; una goduria vederlo all’opera.
Lopez, chissà se qualcuno gli ha messo in testa che calciare verso la porta equivale a toccare la palla con un braccio; fatto sta che se può evita sempre di farlo, e la cosa sta diventando irritante. Molto irritante.
Manolo, se il caro Sinisa si era incavolato come una iena con Ferrero per la sua cessione un motivo ci doveva pure essere : trova il gol con una tale facilità che i portieri avversari la sera prima di affrontare il Napoli pregano che un congiunzione astrale gli impedisca di giocare.
Numeri, spaventosi in una serata dominata dall’inizio alla fine : 72 vs 28 le percentuali di possesso, 27 vs 2 il conto dei tiri. Ancora un po’ e bisognava usare il pallottoliere…
Ostica, quasi una bestemmia considerarla così la prossima trasferta, quella di Parma. Eppure con questo Napoli non ci si può mai rilassare, nemmeno contro una retrocessa.
Pechino, cioè Mazzoleni; gli anni passano ma quella vergogna resta marchiata a fuoco nella memoria. E non ce ne voglia il fischietto di Bergamo, che anche ieri la stava per combinare grossa non concedendo un rigore chiaro come il sole su Gabbiadini; poi lì in avanti si sono scatenati, e allora buonanotte..
Quindici, su diciassette, i match senza sconfitte al San Paolo in campionato. Fortino.
Rafa, tre moduli in due partite per lui, dal 4-2-3-1 al 4-1-4-1, passando (ancora non ci credo) per il 3-5-2; insomma, integralista a modo suo.
Sontuoso, Dries Mertens entra a partita in corso e, come al solito, diventa incisivo in maniera determinante con tocchi di classe e assist per i compagni; peccato che Diego Lopez gli neghi la gioia del gol, sarebbe stata l’apoteosi.
Trattativa, forse riaperta definitivamente, quella tra presidente e allenatore : il futuro è adesso!
Utopia, una rimonta che sembrava impossibile due mesi fa e pareva esser tornata tale giovedì scorso; ma la Lazio rallenta ancora, e allora tutto ritorna in gioco.
Verità, inconfutabile, è che il Napoli corre e corre ancora tanto, nonostante sia la squadra con più partite nelle gambe. Solo nei boschi non si è corso, ma fa niente.
Zuniga, non è che stiamo messi male sulla sinistra, ma non torna più? Fatecelo sapere.