SOGNANDO MARADONA

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Anche la seconda domenica senza campionato è passata. Sono ormai quindici giorni che il calcio giocato non è più argomento di discussione. Le domeniche in attesa del calcio d'inizio degli incontri sono sempre precedute da quella tensione e quell'elettricità che rende ogni settimana un vero e proprio percorso di passione. A Napoli, della festa, rimangono bandiere e striscioni che rendono questi giorni di calma pieni di una pace surreale; ogni tifoso vive la propria giornata come sempre ma gli basta alzare gli occhi al cielo verso quei balconi ornati a festa per ritrovarsi a sognare ad occhi aperti e a farlo con la consapevolezza che manca poco perché veda quel desiderio realizzato.

Ma mentre all'esterno di tutti gli stadi italiani un cartello mostra la scritta "CHIUSI PER FERIE", per le strade, la gente non si perde d'animo e non fa altro che pensare all'attività più seguita di questo periodo, la campagna acquisti. Nonostante negli ultimi tre anni le sorprese non siano mancate quest'anno c'è qualcosa di speciale nell'aria. Il primo anno della gestione De Laurentiis è stato caratterizzato dalla necessità di creare una squadra in pochissimi giorni. Chi potrà mai dimenticare le prime immagini che arrivavano da Paestum con Ventura a dirigere le danze. Era un vero e proprio porto di mare arrivavano giocatori nuovi ogni poche ore; alcuni sconosciuti, alcuni dimenticati, alcuni coraggiosi, quei giorni hanno segnato la rinascita. Oggi invece grazie al lavoro della società c'è un gruppo solido che sarà l'esoscheletro del Napoli che affronterà la massima serie e lo farà da protagonista. Oggi il mercato propone il Napoli come una delle società più ambiziose, il Dg Marino si muove in lungo e in largo per cercare qualcosa che faccia al caso suo, merce pregiata, roba da primi della classe. La gente vede nella nuova forza di una società che si sta facendo rispettare di nuovo la stessa forza che tanti anni fa ha portato questa città alla ribalta. E ritornano i pensieri ad un pomeriggio di tanti anni fa, anche allora i campi erano chiusi, ma quel giorno a Napoli fecero un’eccezione e decisero di riaprirlo per presentare quel piccolo uomo che sarebbe diventato la storia e l'orgoglio di questa città. Quel giorno di circa 23 anni fa, al San Paolo, quasi in centomila applaudivano Maradona e tutto questo senza sapere cosa avrebbe poi lui dato a loro. Oggi si sogna di nuovo, la speranza la fa da padrona e la gente cammina impettita consapevole di essere sulla strada giusta per rientrare nell'olimpo del calcio, lì dove da troppo tempo manca una città che vanta forse la tifoseria più calda d'Italia. Grazie ad un Presidente innamorato  che, per deformazione professionale, vive le sue avventure come se fossero pellicole,oggi, possiamo di nuovo sognare la pellicola del nostro Napoli rimasterizzata e proiettata nei più grossi palcoscenici mondiali dimenticandoci per sempre di quel cortometraggio lugubre in cui c'erano attori come Berrettoni a calcare i campi di Chieti e Gela.

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