SCENEGGIATE ARGENTINE
C’era una volta Lavezzi. Bei tempi quando il funambolo argentino faceva impazzire una platea golosa come quella napoletana, tanto da diventare idolo dentro e fuori dal campo, con quell’atteggiamento timido e discreto che ne faceva un leader silenzioso di quel Napoli che volava anche grazie alle sue ali. Pocho di qua, Pocho di là, sui giornali come in campo Lavezzi era dappertutto, non si fermava mai ed era la principale fonte di gioco del confusionario modulo di mister Reja. Era, appunto, parliamo all’imperfetto. Il suo tempo preferito, a quanto pare, visto che di tempi imperfetti è ricca la sua carriera azzurra, soprattutto quando batte cassa.
Questo è forse il principale difetto di questo ragazzo, o più probabilmente dell’entourage che lo circonda: sbaglia sempre il momento per chiedere l’aumento. Ok, non è mai il momento giusto per bussare a soldi. Ma Lavezzi o chi per lui hanno l’innato talento di azzeccare sempre gli attimi meno indicati, per non parlare dei modi. L’ultima volta il suo agente Mazzoni si espose a dicembre, dopo tre sconfitte consecutive e per di più attraverso i giornali: quanto bastava per mandare su tutte le furie De Laurentiis e per prendersi del “cafone e sgradevole”. Epiteti meritatissimi visto che l’arte della diplomazia dovrebbe essere la caratteristica principale di un procuratore sportivo, forse anche più della capacità di tirare sul prezzo. Mazzoni invece pare non imparare mai dai propri errori, anzi va al rilancio. Stavolta non sono stati fuori luogo solo tempi e modi, a occhio e croce identici se non peggiori alla sortita invernale; oltre ad essere del tutto inopportuno il procuratore del Pocho si è reso anche ridicolo ostentando una presunta richiesta mai confermata da parte del Liverpool, offerta che tra l’altro si sarebbe rivelata nella maniera più improbabile possibile, stando a quanto dice Mazzoni. Un sms, un messaggino sul telefonino. Se fosse vero la vicenda assumerebbe connotati grotteschi, Benitez che corteggia i calciatori come un adolescente corteggia una ragazzina è una storiella succosa per i tabloid, non certo una trattativa d’acquisto seria. Forse per questo Marino ha fiutato l’inghippo e ha chiesto le carte ufficiali dell’offerta inglese. L’offerta shock sapeva tanto di “pacco”, ma Castelvolturno non è Forcella e per questo nessuno ha abboccato. Ezequiel merita di guadagnare di più, su questo siamo d’accordo tutti e probabilmente lo è anche la società, ma c’è modo e modo di chiedere le cose e soprattutto non è il massimo dell’eleganza prendere in giro il tuo datore di lavoro con una scenetta degna di un teatrino dell’assurdo. A quanto pare, però, il savoir faire non soggiorna a casa Lavezzi. O quantomeno a casa Mazzoni.
L’impressione, anche dopo le ultime dichiarazioni e la lettera scritta da Lavezzi ai suoi tifosi, è che il Pocho voglia restare e che la società non voglia mandarlo via. C’è stato solo un grosso malinteso, un muro contro muro alimentato dalle uscite maldestre di un procuratore mai troppo raffinato nelle sue strategie. Il ragazzo avrà ciò che merita ma dovrà comunque rispettare gli standard imposti dalla società dopo l’affare-Quagliarella, probabilmente il tetto massimo che De Laurentiis è disposto a finanziare. I tre milioni del Liverpool, veri o presunti che siano, a Napoli sono pura fantascienza e non li guadagnerà nessuno. A queste cifre la dirigenza gli mostrerà la porta d’uscita, senza avere neppure tutti i torti. Ma ad essere sinceri e a volergli dare un consiglio, Ezequiel farebbe meglio ad indicarla al suo procuratore, la strada per tornare a casa. Un campione che si rispetti deve anche avere un agente rispettabile, e se continua ad affidarsi alle sceneggiate di questo personaggio Lavezzi potrà anche conservare la dignità, ma finirà senz’altro col perdere la faccia.