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San Gennaro ma che succede?


Il Napoli si veste da Babbo Natale e regala tre punti alla Lazio: felici i biancocelesti, felice Inzaghi, infelici i tifosi del Napoli per aver assistito a uno spettacolo francamente brutto.
Un Napoli rimaneggiato a causa degli infortuni di Mertens e Oshimen e con la squalifica del Magnifico non giustifica la scialba prestazione offerta.

Mai in partita, i giocatori azzurri hanno sbagliato anche le cose elementari: i passaggi in orizzontale, lo insegnano già nei pulcini, non vanno mai fatti data la loro estrema pericolosità. Inenarrabile il passaggio di Mario Rui che spalanca la porta a Luis Alberto per il secondo gol.
Non c’è chimica nella difesa a zona del Napoli: ancora una volta su un cross morbido gli azzurri si fanno sorprendere dal Fattore I – che in chimica indica lo Iodio, quello che nelle ultime partite s’è versato sulle ferite – ma nel calcio invece si riferisce a Ibra e Immobile.
Due goal, di due attaccanti veri. Reti simili che sanno quasi di beffa, per la precisione chirurgica di come la palla – prima dello svedese e poi di Ciro – lentamente è entrata in porta. Forse converrebbe specialmente quando si incontrano attaccanti strutturati e forti, la marcatura a uomo? Lo sussurriamo lentamente a Gattuso: cambiare si può, incaponirsi su un’unica soluzione non è una scelta saggia in un campionato come quello di serie A.

Non si capisce cos’è il Napoli.
Sono cinque le sconfitte: la partita che non fu con la Juventus, senza gioco quelle contro Sassuolo e Lazio, provandoci con Milan e Inter.
Gattuso deve incidere e spronare mentalmente giocatori bloccati, forse colpa delle troppe partite? Sembra più una stanchezza psicologica che fisica e ormai la favola del “dobbiamo metterci il veleno” pare non tranquillizzare più chi scende in campo.
Piove sul bagnato in casa Napoli: anche l’illuminato Lozano è uscito infortunato.

Non regge più la litania della sfortuna, degli eventi, dei miracoli mancati. Le ultime partite erano state risolte dalle invenzioni dei singoli, gli stessi che oggi mancavano: e nel giorno in cui è fuori tutto il tridente offensivo ecco che vengono alle luce ancora più evidenti le pecche che tanti provavano a nascondere da tempo.
E le pecche maggiori partono dalla linea di centrocampo, inutile negarlo: il Napoli risente dello smantellamento – e della non adeguata sostituzione dei partenti – fatta negli ultimi tre anni.
E non c’è Ringhio e il suo veleno che tenga.

Tatticamente Gattuso non è solo contro la Lazio che ha dimostrato di non avere le idee troppo chiare.
Insistere ancora con Fabian Ruiz nel centrocampo a due sta diventando deleterio, per la squadra e per lo spagnolo. Sembra assurdo non averlo ancora capito.
Vanno serrati i ranghi e cercare una buona prestazione con il Torino, per chiudere con tre punti il 2020, ma in quel di Castel Volturno ci sarà molto di cui ragionare.
Perché ad oggi, per quello che si vede con gli occhi e si percepisce con un certo “sesto senso” manca unità di intenti e obiettivi: dichiarare apertamente di lottare per un posto in Champions League e basta, potrebbe essere il primo passo, consapevoli però che il Napoli è in grado di raggiungerlo ma che in un campionato così strano, può succedere sì il miracolo di vincere lo scudetto ma anche che arrivi all’ottavo di posto.
E alla fine del 2020 nemmeno San Gennaro ha fatto il miracolo …

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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