SALVATORE MATRECANO: IL TONFO NEL MOMENTO MIGLIORE
Salvatore Matrecano nasce a Napoli il 5 ottobre 1970 sotto il segno della Bilancia. Difensore centrale dalla grande prestanza fisica nonostante una macchinosità quasi unica nei movimenti. Inizia la carriera girovagando tra le serie minori vestendo le maglie dell'Ercolanese, Vigor Lamezia e Audax Ravagnese dopo aver effettuato l'intera trafila nelle giovanili del Sirio Cagliari. L'estate del 1990 lo porta a vestire la maglia della Turris in serie C2 dove marca 33 presenze con prestazioni altisonanti a tal punto da richiamare l'attenzione del grande Foggia di Zemanlandia che nel 1991 lo preleva per portarlo direttamente in massima serie. Nonostante le giocate di Baiano, Rambaudi e Signori, Matrecano inizia la nuova esperienza collezionando prestazioni altalenanti tra partite straordinarie e altre disastrose come in occasione di Foggia – Milan del 24 maggio 1992 dove il povero Matrecano viene preso a pallinate da Gullit e compagni in un rotondo 8 a 2 e, tra gli 8 goal milanisti, ce ne anche uno firmato dal difensore partenopeo, ovviamente nella propria porta, deviando un fiacco destro di Marco Simone. Dopo una sola stagione in Puglia con 28 presenze, Salvatore Matrecano vive il momento migliore della propria carriera trasferendosi al Parma di Nevio Scala. Gli emiliani vivono il momento migliore della propria storia gettando le basi per la squadra dei sogni. Due stagioni in maglia gialloblu, 36 presenze e 1 goal, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea in bacheca, in Emilia trova anche la maglia della Nazionale Under 21 per 7 volte. Ma la parabola discendente di Matrecano inizia piuttosto velocemente già dal 1994 quando il Napoli lo preleva per affiancarlo a Fabio Cannavaro e Andrè Cruz. Il Napoli di Ferlaino è già nel suo periodo tribolato e dopo una fugace esperienza in Coppa Uefa e un settimo posto in campionato cede Matrecano all'Udinese che lascia la sua città dopo appena 17 presenze; non andrà meglio ad Udine dove colleziona solo 17 presenze prima di accasarsi al Perugia. Tre anni in Umbria con 85 presenze e 3 goal, poi l'esperienza inglese al Nottingham Forest (11 presenze e 0 goal) prima di tornare in Italia per chiudere la carriera vestendo le maglie di Benevento (23 presenze e 1 goal) e Casertana (2 presenze e 0 goal). Appesi gli scarpini al chiodo nel 2003 a 33 anni, Matrecano inizia la sua scalata da allenatore: dopo una breve esperienza in eccellenza con il Pretola, torna a Perugia dove gli viene affidata la responsabilità della Berretti biancorossa. Come trainer giovanile, Matrecano vince il campionato di categoria e tutto sembra promettere un passaggio in prima squadra vanificata dall'arrivo di Antonello Cuccureddu. Riesce comunque ad allenare il Perugia nel gennaio del 2008 sostituendo proprio Cuccureddu, ma l'esperienza dura solo due gare e arriva il primo esonero dopo la sconfitta casalinga con la Pistoiese. Dopo la sfortunata retrocessione con il Pontevecchio, Matrecano si accasa al Foligno per guidare il settore giovanile, ma dopo l'esonero di Luca Fusi passa in prima squadra e salva il gruppo dalla retrocessione all'ultima giornata.
Rispetto a tanti altri personaggi passati per Napoli, Salvatore Matrecano non è stato un vero e proprio flop, ma la sua incredibile parabola discendente nel momento migliore della carriera non lo porta ad essere un calciatore dal passato luminoso in piena linea con il Napoli di fine anni novanta