LA RISPOSTA DI RAFA AI NOSTALGICI!

Un Napoli cinico e sparagnino risolleva la testa e conquista tre punti preziosi in casa del Sassuolo. Benitez mette a tacere le voci di non sapersi adattare al calcio “ made in Italy”. 

Non è stato un Napoli bello da vedersi quello che , riposto il fioretto , ha sconfitto ieri pomeriggio un Sassuolo , tanto volenteroso quanto inconcludente. Probabilmente , confrontando la prestazione della squadra azzurra con quella di tutte le gare di quest’inizio annata (che spesso si sono concluse con risultati non propriamente edificanti) , possiamo tranquillamente affermare che la vittoria in terra emiliana è stata la meno convincente. Poco male. Come giustamente riferito da Benitez , al di là degli errori commessi nelle precedenti partite e di gare affatto convincenti , il Napoli meritava di ottenere diversi punti in più contro Chievo , Udinese e Palermo. Contava vincere e vittoria è stata. Contava portare a casa 3 punti , sia per dare una scossa ad una classifica che iniziava a farsi preoccupante , sia per risollevare il morale di un gruppo , mai così bersagliato da tifosi e stampa dai tempi di Donadoni. Lo sfogo , quasi di rabbia , di Rafa al triplice fischio finale rappresenta l’emblema di quanto il clima calcistico napoletano sia diventato insopportabile anche per chi fa della calma e della sapienza la propria virtù principale. Tre punti dovevano essere , tre punti sono stati. Tre punti che hanno , però , un sapore decisamente diverso rispetto ai tanti conquistati da Benitez nella sua permanenza a Napoli. Diverso perché mette nuovamente a tacere quanti hanno sorriso in modo compiaciuto dopo il deludente pareggio interno con il Palermo , glorificandosi internamente nel constatare che lo spagnolo proprio non riuscisse ad adattarsi al calcio italiano e restasse un tecnico vincente solo in coppa. Ma Benitez nella sua carriera ne ha viste di tutti i colori : le stesse identiche critiche le ricevette a Valencia nella stessa stagione in cui conquistò Liga Spagnola e coppa nazionale. L’epopea di Liverpool , poi , rivive ancora in ogni appassionato di calcio che si rispetti ed anche a Londra , sponda Chelsea , il buon Rafa – arrivato in mezzo a mille polemiche – riuscì a farsi applaudire a fine anno , alzando al cielo un’Europa League , dando un senso alla stagione dei “ Blues”. Ne ha viste troppe Rafa Benitez per potersi permettere il lusso di dar voce a chi negli ultimi tempi imperversa pazzamente in ogni trasmissione sportiva nazionale e non , istigando la tifoseria ad una assurda caccia all’untore e preferendo prodigarsi in discutibili teatrini televisivi , piuttosto che svolgere il proprio mestiere con imparzialità ed obiettività. Benitez non si è mai sentito un tecnico “italiano” e mai lo sarà. Dopotutto perché dovrebbe definirsi tale quando le sue idee calcistiche lo hanno portato al vertice di ogni competizione europea , laddove il nostro campionato vive il suo momento di crisi peggiore da sempre? La sua idea di calcio è e rimarrà quella : i risultati tramite il bel gioco , i calciatori pronti ad adattarsi alle volontà delle allenatore e non viceversa. Una mentalità che potrebbe dare una svolta nel calcio italiano , un modo di vedere il calcio che finisce per arricchire il bagaglio tecnico-tattico di un calciatore , senza fossilizzarlo in arcaici moduli monotematici. Ma Benitez , si sa , è anche una persona furba ed attenta : sa che molti componenti della sua squadra non sono al top della forma e che , quindi , in questo momento della stagione , è il caso di essere più pratici che belli. Quindi fuori Inler e Jorgihno , pilastri del girone di ritorno dei record dello scorso campionato , e dentro l’ormai insostituibile Gargano ( anche ieri motorino inesauribile di una mediana dove ancora si rimpiange un Behrami che staziona con l’Amburgo all’ultimo posto della Bundesliga) ed un David Lopez che pian piano sta convincendo anche i più scettici. Una diga forte ed arcigna a dare supporto ad una difesa dove ancora una volta ha visto Koulibaly come muro invalicabile , saggiamente coadiuvato da un Albiol in sensibile ripresa , da un Britos finalmente convincente come esterno sinistro ed uno Zuniga più a suo agio nella posizione di terzino destro. Ovviamente la differenza la fa l’attacco : Higuain non segna ( ma è questione di tempo) ma si sacrifica , lotta su tutti i palloni , ritorna anche fino alla metà campo per giocare i palloni e fornisce ad un infallibile Callejon un assist al bacio. Per il resto , poco altro da segnalare. Il Napoli si rende conto di non vivere un periodo di forma eccelsa , aspetta la reazione del Sassuolo nella propria metà campo , svestendo i panni di principe e mettendo quelli di operaio. Proprio quello che i tifosi speravano di vedere : attenzione , caparbietà , concentrazione in attesa di tempi migliori. E poco importa se il gioco latita , se Rafael ancora non si rivela adatto a rimpiazzare un mostro sacro come Reina , o se Insigne ed Hamsik sembrano ancora una volta corpi estranei a questa società. Il Napoli doveva vincere ed ha vinto . Ha vinto “all’italiana”. Il tutto , mentre alcuni nostalgici di tecnici che furono rimanevano ammutoliti di fronte alle imprese milanesi del Maestro Zeman. Salvo oggi complimentarsi per questo cambio di rotta “ made in Italy”.  Ma per loro , si sa , le debacle delle altre squadre sono solo un caso , frutto di un destino avverso. Le catastrofi invece accadono solo a Napoli e per colpa di un “ arrogante tecnico spagnolo”. Intanto Rafa ritrova il sorriso , vince l’ennesima sfida , fa un bel balzo in classifica , restituendo fiducia ad un gruppo che adesso deve ritrovare continuità di risultati e di gioco già dalla prossime sfide di Bratislava e Torino , dove sarà possibile accorciare in vetta grazie al big match Roma- Juventus. Insomma una bella domenica per tutto il popolo napoletano. O quasi tutto…

NICOLA MOSCATO

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