Lorenzo, ora è vietato sbagliare

Con gli addii, in poco più di otto mesi, di Maggio, Reina, e quello più recente di Marek Hamsik, si è spianata la strada per l’investitura da capitano di Lorenzo Insigne.

Il talento di Frattamaggiore diventa, dopo quasi sette anni in prima squadra, il capitano della squadra che lo ha lanciato, oltre che cresciuto nel calcio che conta, oltre ad essere l’unico napoletano in squadra.

Complice la “Napoletanità”, tanto a cara a De Laurentiis, e le sopracitate partenze illustri degli ultimi tempi, Lorenzo dovrà farsi carico di importanti responsabilità.

Talento e grinta, come già dimostrato, non gli mancano ma, è risaputo che, molto spesso, il capitano è il simbolo e lo specchio della sua squadra, in grado di trascinare i vecchi e far inserire i nuovi elementi.

La storia del calcio è ricca di esempi, di capitani carismatici, che hanno saputo trascinare la loro squadra: vedi lo stesso Maradona durante la sua avventura azzurra, o con la propria nazionale.

Un grande onore che, di contro, rappresenta un grande onere, diventato adesso il capitano della sua squadra, dovrà essere bravo a gestirsi, oltre che caratterialmente, vedi l’episodio di rabbia in Inter-Napoli, anche tecnicamente, migliorando le sue prestazioni, cercando di dare il massimo e fare la differenza per trascinare tutta la squadra, adesso che, prestazioni sottotono potranno avere un peso diverso…

Emanuele Ranzo

Appassionato di calcio, iscritto alla facoltà di giurisprudenza, ex arbitro, ama la lettura, la politica ed il cinema. Alla sua prima esperienza giornalistica

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