Lo Zibaldone azzurro: FK Crvena zvezda-Napoli dalla A alla Z
Riviviamo la partita di ieri sera con il classico gioco dell’alfabeto
Atteggiamento più che positivo da parte degli azzurri, che non si lasciano intimorire dall’inferno del Marakana giocando con convinzione fin dal primo secondo: peccato per la finalizzazione nulla.
Borjan- L’estremo difensore dei serbi sembra più che impacciato rischiando più volte la frittatona. Peccato mortale avergli regalato un “clean-sheet” in questo modo.
Cinismo che è mancato davanti alla porta avversaria, oltre ad un po’ di cattiveria e precisione da parte dei terminali offensivi. Lucidità ai minimi termini.
Divario tecnico abissale tra le due compagini: non ci si può accontentare di aver chiuso la Stella Rossa nella propria metà campo: c’è ancora molto da lavorare.
Eliminazione dalla competizione che potrebbe essere causata in primis da questo passo falso: in Champions certi errori si pagano a caro prezzo…Sarri ne sa qualcosa.
Ferocia, cattiveria, determinazione: manca qualcosa sull’aspetto mentale per agguantare la vittoria in tutti i modi possibili.
Girone della morte in cui non si poteva fallire assolutamente contro l’avversario sulla carta più morbido. Ora tutto è in salita, una montagna da scalare con il tacco ai piedi.
Hamsik- Lasciato a sorpresa in panchina, il capitano entra a partita in corso dando un contributo importante in fase di impostazione, ma è già troppo tardi.
Impegnato in poche circostanze ed in una di queste non mostra una grande sicurezza. Ha il merito di non aver subito gol ma David Ospina non ha ancora convinto pienamente.
Lenti, così come sottolineato anche da Ancelotti nel post partita. Senza ritmi, senza intensità non si va lontano.
Modestissima la Stella Rossa che si è limitata a rinchiudersi nella propria metà campo, e contro questo Napoli poco incisivo le è andata anche di lusso.
Necessario avere un attaccante che possa muoversi costantemente e con una certa rapidità a ridosso dell’area, così come esterni che sappiano crossare degnamente. I due limiti principali della squadra.
Occasione ghiottissima per andare in testa al raggruppamento con il Liverpool, sciupata malamente. Lo spettro dell’Europa League già si avvicina.
Passo avanti dal punto di vista dell’equilibrio in campo, tuttavia in tali scenari non può bastare soltanto questo aspetto.
Qualificazione che sembra essere stata già compromessa, salvo clamorosi miracoli a partire dal prossimo tre ottobre.
Reazione di rabbia (positiva) calcistica che è lecito aspettarsi nel lunch-match di domenica contro l’ex Mazzarri.
Sterile l’attacco azzurro: neanche le sostituzioni hanno sortito alcun effetto. Amarezza totale.
Traversa colpita da Insigne nel primo tempo che grida ancora vendetta. Il talento di Frattamaggiore talvolta sembra predicare nel deserto, quando la giocata non va in porto i risultati non possono che essere piuttosto miseri.
Una sola rete siglata nelle ultime tre uscite stagionali. Un paradosso considerando che fino a qualche mese fa gli azzurri trovavano la porta con una semplicità inaudita.
“Vide ut valeas!”- Ancelotti deve trovare la cura giusta per rinsavire un Napoli fin troppo spento e compassato.
Zielinski- Un’altra ottima prova del centrocampista polacco che con le sue accelerazioni fa ammattire perennamente gli avversari. Peccato per quel controllo errato sottoporta che poteva valere il tanto desiderato vantaggio.