LADY VENDETTA
"Napoli ciudad de mierda" è la sentenza sparata da Yanina Sacrepante, fidanzata di Ezequiel Lavezzi, vittima di una rapina a mano armata lo scorso sabato. Dopo che poi ha pure rincarato la dose con un minaccioso "se mi succede qualcos'altro il Pocho andrà via da Napoli" – neanche fosse la moglie del boss dei Quartieri Spagnoli e non la fidanzata di un calciatore – sinceramente viene anche qualche remora ad offrirle sostegno per quanto accaduto. Chiariamoci, esprimere solidarietà per chi ha subito una violenza è sacrosanto ed imprescindibile, figuriamoci poi se è la donna del 'nostro' Pocho. Ma da parte della bella modella argentina insultare l'intero frutteto per una sola mela marcia è stata una grossa caduta di stile, a maggior ragione se è lo stesso frutteto che l'ha accolta come una regina per esclusivi meriti riflessi.
Ma usciamo un attimo dall'evento in sé e proviamo a guardare l’accaduto ad un raggio un minimo più ampio. Prima casa Cavani e gli oggetti di Marisol, poi la macchina di Martina Hamsik, infine il ‘reloj’ di Yanina. Nel giro di un mese sono state ‘colpite’ le donne dei tre più grandi gioielli del Napoli. La cosa, al di là di epiteti razzisti e generalizzazioni idiote, può avere una duplice chiave di lettura. Da un lato si può interpretare come segnale della crisi economica in concomitanza col Natale in arrivo: i calciatori sono volti noti, si sa che sono ricchi e sono anche facili da derubare, essendo in genere 'protetti' da una sorta di legge non scritta che vige da queste parti, e possono essere quindi un bersaglio semplice per malintenzionati in vena di blasfemia. Ma la tesi ha basi poco solide, perché è quantomeno sospetta la concentrazione di eventi criminosi nell'ultimo mese; i calciatori sono sempre stati ricchi, famosi e 'facili', e la crisi non è certo iniziata ieri.
Cosa sta succedendo allora? Scartando a priori la fantasiosa teoria di qualche complotto orchestrato da un fantomatico sistema per far scappare i talenti da Napoli, può essere molto più fondata l'idea di una ritorsione nei confronti della società. Ci tengo a premettere che è soltanto un'ipotesi, non vi è alcuna prova di quanto sto per affermare ma solo un'analisi alternativa di una vicenda che ha lasciato troppi dubbi a tutti. Non è che la dirigenza ha fatto "qualche sgarro a qualche industria di caffè", come dicevano gli 883, e adesso gliela stanno facendo pagare trasversalmente? I più svegli ricorderanno gli eventi di Napoli-Frosinone, partita sospesa per lancio di petardi da parte di ultras delinquenti che volevano tenere De Laurentiis sotto scacco. E queste rapine che appaiono quasi 'scientifiche' sembrano avere non pochi parallelismi con quell'episodio altrettanto estemporaneo.
Presa per buona la teoria di cui sopra, resta da individuare soltanto la causa di tanto accanimento. Il pensiero corre subito alla decisione di attivare la vendita on-line dei biglietti, espediente che toglierà parecchio lavoro ai bagarini e ai simpaticissimi protagonisti delle intimidazioni fuori ai botteghini del San Paolo. Ma le cause possono essere tante, alcune dinamiche interne non le conosciamo e non riusciamo neppure ad immaginarle. Fortunatamente la SSC Napoli da questo punto di vista è ampiamente collaborativa con le forze dell’ordine. Auspichiamo che ci sia un’indagine rapida ed efficace, in modo da assicurare presto alla giustizia questi vermi striscianti. Già, perché se c’è una cosa che è ‘de mierda’ è questa gente che osa giocare con la passione di un intero popolo prima ancora che con la vita dei calciatori. E di questi soggetti qui è pieno il mondo, da Napoli a Buenos Aires passando anche per Milano e Manchester. Capito, Yanina?