La Vecchia Signora perde il pelo ma non il vizio
Il consueto “dito contro” che da titolo alla presente rubrica questa settimana punta all’indirizzo della Juventus. Specie considerate le scene che hanno coinvolto i giocatori bianconeri e Fabio Paratici nell’ultima partita.
La gara è quella contro l’Udinese: le proteste dei Pirlo e dei calciatori della Juventus alla fine del primo tempo sono rivolte all’arbitro Chiffi. Il direttore di gara viene anche affrontato dal dirigente, Paratici, sceso in campo dalla tribuna per contestare la gestione dell’incontro. Cuadrado, poi Bentancur e Dybala lo affiancano mentre si dirige verso l’ingresso dello spogliatoio. Gesticolano, chiedono spiegazioni sul tempo effettivo e sul recupero che – a loro parere – è poco rispetto ai minuti persi nel corso della prima frazione. S’intravede anche la sagoma di Cristiano Ronaldo, la cui mimica è emblematica: passa accanto al direttore di gara e alza il braccio destro agitando la mano in segno di riprovazione.
Questa è la cronaca di quanto accaduto in campo.
Basterebbe il racconto dei fatti per sottolineare la pochezza professionale dei calciatori e soprattutto di un dirigente come Paratici: uno recidivo a comportamenti intimidatori verso le terne arbitrali. Lasciate lo spazio a chi scrive per “puntare il dito”. Perché che venga concesso di tenere l’atteggiamento proprio del dottor Paratici dentro e fuori i campi di gioco è inaccettabile, come sottolineato da Pierpaolo Marino.
Alla Juventus si rispettano le regole? È sempre fatto tutto alla luce del sole?
Vedasi il caso Suarez: l’uruguaiano senza averne i requisiti acquisisce “le carte” per permetterne l’acquisto dai bianconeri, il caso diventa un boomerang dannoso ma per Paratici e gli altri dirigenti bianconeri non c’è vergogna. Loro sono la Juve e la Vecchia Signora gioca – da sempre – un campionato a parte anche in fatto di regolamenti.
Vedasi il caso della partita con il Napoli: in campo ad attendere gli avversari fermati dall’ASL, nel rispetto delle normative dell’epidemia COVID-19. Loro però sono la Juventus e nella Torino bianconera i “regolamenti si rispettano” ipse – Agnelli – dixit, quindi in attesa di un 3-0 a tavolino.
Allora sarebbe da chiedere in casa Juve come mai abbiano architettato la Super – Farsa – Lega, nella persona del presidente Agnelli, di notte – come i ladri – venendo meno a tutti i principi di solidarietà nel campionato di Serie A e alle direttive della UEFA. Sarebbe da valutare, quante volte alla Juventus sono stati “perdonati” rigori, falli e perdite di tempo.
Le stesse contestate all’Udinese nella gara di domenica. Proteste che per i giocatori sono evidentemente frutto dei nervi tesi per una stagione fallimentare ma per Paratici che scusa possiamo trovare?
Come detto il dottor Paratici è recidivo a un certo modus operandi tutto italico: se le cose vanno male per la propria squadra scendi in campo e chiedi spiegazioni tirando gli arbitri per i fischietti. Sia mai chiedere scusa per errori evidenti come l’Inter-Juventus di qualche anno fa che ancora grida vendetta.
A Torino le regole si rispettano, quindi veniamo al finale di questo campionato: la Juventus ha perso trono e scettro in favore dell’Inter dell’ex Conte. Dopo i complimenti via social però è accaduto quel che si è raccontato a Udine e purtroppo lo spettro della famigerata “sudditanza psicologica” aleggia dopo le gare di domenica pomeriggio.
Il Napoli si fa male da solo ma Fabbri, annullando il goal di Osimhen ci mette il suo, e poi gioca la Juventus contro una buona Udinese e tutto è concesso: dallo spezzattare il gioco fino a vedere un dirigente “tirare le orecchie” all’arbitro.
Chi scrive vuole insinuare qualcosa? Non sia mai, però lasciate che si punti il dito a un fatto evidente: con i bianconeri, citofonare Inter, bisogna sempre aspettarsi di tutto e fintanto che Agnelli e i suoi men terranno i comportamenti che hanno il dubbio che la bilancia penda sempre verso i bianconeri resta e ci sarà ancora a lungo.