Koulibaly capitano: solo una suggestione?
Il K2 appartenente alla catena montuosa dell’Himalaya è la seconda vetta più alta del mondo dopo l’Everest.
Doveroso il cenno geografico, considerato che il protagonista di questa riflessione è Kalidou Koulibaly, difensore senegalese del Napoli sempre più protagonista dentro e fuori dal campo.
Come la montagna – dal cui nome nasce l’assonanza con il suo nomignolo KK2 – il numero 26 partita dopo partita è al centro della difesa azzurra e dall’alto dei suoi centimetri guarda e all’occorrenza ferma implacabilmente i suoi avversari. Le doti tecniche di Kalidou ormai non sono più un mistero, è piuttosto la personalità del ragazzo a stupire tecnici, tifosi e addetti ai lavori.
Portato in Italia dal Genk e voluto fortemente da Rafa Benitez, all’inzio la parabola di Koulibaly al Napoli non sembrava essere delle più felici. Ma si sa che la nascita di una montagna comporta le sue difficoltà: assestarsi, sedimentarsi e crescere per arrivare più su, più in alto di tutti sono dei processi per i quali ci vogliono anni e anni.
Sui campi di calcio invece, la scalata – e la consacrazione – di Kalidou Koulibaly a perno e leader della difesa del Napoli è stata rapidissima. Si diceva che senza Albiol al suo fianco non aveva sicurezza nelle giocate, ebbene in breve tempo i ruoli tra i due si sono decisamente invertiti.
Capace non solo a salvare situazioni scomode nel suo ruolo, ma anche di essere il primo difensore che va all’attacco – indimenticabile per i tifosi azzurri la discesa fulminante del 26 in un Napoli-Roma di quattro anni fa che portò al goal di Callejon – insomma KK2 è insieme incudine su cui sbattono la testa gli avversari e martello pronto a picchiare duro.
Gli anni con Sarri sono stati fondamentali per il ragazzo dalla pelle d’ebano e il sorriso d’avorio. Anche con il cambio in panchina e nonostante le sirene del mercato estivo Kalidou resta a Napoli, al suo posto, al centro della difesa azzurra.
Tutti lo vogliono: il Barcellona, il Chelsea, e delle ultime ore è la notizia che su di lui c’è anche il Manchester United. Tuttavia non sembrano esserci cifre adatte a quantificare il valore di questo ragazzo, ad oggi tra i primi difensori al mondo.
I campi di calcio pullulano – dagli oratori alla Champions League – di giovani attaccanti e fantasisti o pseudo tali, ma di difensori come Koulibaly ce ne sono veramente pochi. E da quando contro il Parma, in una sera di fine settembre ha preso la fascia da capitano al posto di Insigne c’è una suggestione nell’ambiente azzurro che è arrivata fino all’ultima gara contro il Cagliari, quando KK2 ha cominciato la partita come capitano del Napoli.
Le gerarchie in casa Napoli per quanto riguarda il ruolo di capitano sembrerebbero essere abbastanza chiare: c’è Marek Hamsik e poi Lorenzo Insigne.
Però a fronte di uno slovacco che appare sempre più un’immagine sbiadita – non nel cuore di chi tifa questo è chiaro – quanto piuttosto nel gioco e di un Insigne, napoletano di nascita e campione assoluto ma che in un calcio senza più bandiere magari oggi c’è, ma un domani chissà non sarebbe interessante vedere Koulibaly capitano del Napoli?
Capitano del Napoli e di Napoli, da sempre porto d’accoglienza per tutti i colori del mondo.
Noi pensiamo che la montagna, che questo KK2 abbia non solo la qualità ma anche la forza mentale per diventare leader e bandiera di questa squadra e della nostra città.
Una voce di Napoli del resto, qualche anno fa, cantava più o meno così : “ io son stato marocchino, me l’han detto da bambino, viva via o’ Senegal!”
Viva tutti i colori del mondo, la forza del sano agonismo e anche quella dei sorrisi puliti, viva Napoli e viva Kalidou Koulibaly!