JUVE E GENOA RIPRENDONO LA CORSA

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Il penultimo sabato del girone di andata incorona la Juventus, erede di un Mantova che le avrà tolto un primato d'imbattibilità ma che è pronto a consegnarle lo scettro di campione d'inverno. Insieme al Genoa, la vecchia Signora è l'unica a conquistare i tre punti in un'altra giornata poco favorevole alle squadre di vertice. Qualcuno all'Olimpico avrà tremato quando, dopo pochi secondi, Santoruvo ha portato in vantaggio il Bari. Poi i bianconeri si sono svegliati, e con i campioni (Trezeguet, Nedved, Del Piero e ancora Nedved) hanno lasciato le briciole ai ragazzi di Maran, che con Gervasoni si sono tolti lo sfizio di segnare ancora alla rabberciata retroguardia juventina.
Netta anche l'affermazione del Genoa, che in attesa delle grandi firme "preziose" (Leon è arrivato, Di Vaio quasi) piega il Mantova con una doppietta di Gaetano De Rosa, di mestiere difensore. Serataccia per gli uomini di Di Carlo, in gol nei minuti finali con Spinale ma per il resto alla mercé dei rossoblu, nel cui carniere ci sono anche un rigore sbagliato ed una traversa.
Fra Juve e Genoa resta il Napoli, che a Lecce conquista un pari dal sapore amaro. Più Reja che Papadopulo, perché dopo la prodezza di Polenghi era stato De Zerbi a segnare due gol, uno dei quali ingiustamente annullato, senza contare quel tiro di Bogliacino che ha colpito entrambi i pali rotolando su tutta la linea di porta.
Resta nei play-off un terzetto che non attraversa certo un momento brillante. Peggio di tutti sta forse il Rimini, che dopo la sosta ha perso primato e credito per aver allungato (almeno mentalmente) le festività natalizie. Neanche contro la Triestina c'è l'auspicato riscatto, anzi gli alabardati vanno in vantaggio con Lima, subiscono il pari di Moscardelli ma poi sprecano un rigore. Non va meglio al Bologna, giunto al terzo pari di fila contro squadre non di primissimo piano. A Crotone il risultato ad occhiali sta stretto ai calabresi e probabilmente preoccupa Ulivieri, che ancora non riesce a far fruttare tutto il potenziale offensivo a sua disposizione. E sta male anche il Piacenza, che nelle ultime due giornate ha incassato ben sei reti non segnandone alcuna contro il Vicenza. Tutto inaspettatamente facile per Gregucci e soci, che trascinati da un super Schwoch asfaltano Iachini con il prezioso supporto di Padoin e Foti. Il crollo degli emiliani nel momento più delicato (e probabilmente favorevole) della stagione sembra il preludio a tempi non certo migliori.
Restano nel limbo Albinoleffe e Frosinone, che non si fanno male. E d'altronde non ne avevano i motivi: il gol di Cellini assicura a Mondonico il diciannovesimo risultato utile consecutivo, quello di Castillo è un segnale di continuità per Iaconi, la cui classifica è più che positiva. Altri tre passi avanti per il Brescia, che con Santacroce e Stankevicius prosegue il suo campionato tranquillo volto alla valorizzazione dei tanti giovani in organico, in attesa che Corioni si decida sui reali obiettivi futuri: con poca quantità e molta prospettiva non si fa strada. Lo sa bene il Pescara, in gol con Delli Carri ma lontano anni luce da una salvezza che né la svolta societaria né i nuovi acquisti sembrano in grado di garantire.
La tripletta del giovane Acquafresca è invece ossigeno puro per un Treviso che scaccia i fantasmi e tiene sulla graticola lo Spezia di Soda, idem per il successo che consente al Verona di festeggiare al Bentegodi dopo otto mesi. Cutolo e Da Silva valgono i primi tre punti dell'era-Ventura ed una severa lezione per un Cesena che vive un momentaccio, capace di accorciare con Papa Waigo ma non di concretizzare (nonostante i due pali) in superiorità numerica.
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