JEDA: ”AL NAPOLI TOGLIEREI UN’PO’ TUTTI”
Dopo la vittoria per tre a uno contro lo Spezia, il Napoli si prepara alla difficile trasferta di Rimini. All’andata gli azzurri vinsero di misura nonostante la grande partita dei romagnoli e l’inferiorità numerica per l’espulsione di Amodio. Abbiamo raggiunto telefonicamente uno dei punti di forza della compagine guidata da Acori: Jedaias Capucho Neves meglio noto come Jeda. L’attaccante, arrivato in Italia nel 2000 dopo aver disputato il Torneo di Viareggio, ha vestito diverse casacche tra serie A e B: Vicenza, Siena, Palermo, Piacenza, Catania e Crotone. Nel luglio del 2006 è stato acquistato dal Rimini. In questo torneo è già andato a segno in otto occasioni, una delle quali su calcio di rigore.
Siete fuori dai play-off nonostante giochiate bene, come ti spieghi l’attuale momento del Rimini?
“In questo momento ciò che ci manca maggiormente è il gol, che è l’essenza stessa del gioco del calcio. E’ dall’inizio del nuovo anno che vacilliamo per quanto riguarda i risultati, pur esprimendo un buon calcio. Dobbiamo essere più concreti sotto porta: a parte la gara di Arezzo, dove non siamo mai entrati in partita, nelle ultime gare siamo stati troppo imprecisi. E senza gol, i risultati non arrivano”.
Il Napoli dell’andata era ancora incerto e titubante. Il Napoli di oggi, invece, è tutt’altra squadra, sicura e quadrata. Come pensate di fermarla?
“Non vedo grosse differenze tra il Napoli dell’andata e quello attuale. La squadra di Reja si è sempre dimostrata formazione tosta e molto concreta. In serie B conta soprattutto la sostanza. Il bel gioco è importante, ma deve essere accompagnato dai risultati, altrimenti è fine a se stesso.E il Napoli di quest’anno, a dispetto di un gioco non brillantissimo, sta ottenendo grandi risultati. Per fermare gli azzurri dovremo avere lo stesso spirito dell’andata, cercando stavolta di concretizzare al meglio le occasioni da rete create. E dovremo essere super-concentrati, evitando di concedere vantaggi agli avversari”.
Come faceste a perdere all’andata?
“Ti ripeto, non concretizzammo a dovere la gran mole di chances costruite. Il Napoli, invece, tirando una sola volta in porta e con un uomo in meno portò a casa l’intero bottino. Personalmente, avrei preferito giocare meno bene ma portare qualche punto via dal San Paolo. Ma nella vita con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte: meglio volgere il nostro sguardo al futuro”.
Quanto è influito l’infortunio di Barusso sul vostro calo?
“Barusso di sicuro è un giocatore importante nel nostro gioco, di grande sostanza. La sua assenza, tuttavia, non è stata determinante per quanto riguarda la nostra flessione: il suo infortunio è avvenuto ad ottobre, ma noi fino alla sosta natalizia abbiamo continuato a giocare bene e a fare risultati senza risentire della sua mancanza. Il nostro calo, piuttosto, è di natura fisica dovuto sicuramente alla lunga sosta invernale di questa stagione”.
Quale calciatore toglieresti al Napoli?
“Al Napoli toglierei un’ po’ tutti, non esclusivamente un singolo calciatore. La rosa a disposizione di Reja è la vera forza dei partenopei: chi entra dà spesso un contributo decisivo. Ciò si verifica soprattutto in attacco: se non gioca Calaiò c’è un Bucchi in campo, se non c’è Bucchi entra Sosa. E il risultato sotto porta non cambia. Un altro grosso punto di forza degli azzurri sta nella solidità del pacchetto arretrato, uno dei più forti e meno battuti del campionato. E questo in B fa la differenza”.
Credete ancora al secondo posto o pensate solo a garantirvi i play-off?
“Il Rimini non è certo una squadra allestita per ammazzare il campionato. Sarebbe un’eresia, soprattutto in questo momento, affermare di puntare al secondo posto. Anche se alla fine della stagione non dovessimo centrare la promozione, non si potrebbe parlare di fallimento. Conosciamo il nostro valore e dobbiamo lavorare umilmente per puntare ad una posizione che ci garantisca i play-off. Non dimentichiamo che questo campionato cadetto è uno dei più difficili della storia: oltre alla Juventus, che costituisce un caso a parte, ci sono squadre ben attrezzate e molto competitive come Napoli, Genoa e Bologna”.
Nel 2003/04 contribuisti con 3 gol in 17 presenze alla risalita del Palermo in serie A. Ti è dispiaciuto non essere confermato per l’anno successivo?
“Mi dispiacque, e molto. La piazza di Palermo è di tutto rispetto, e merita la serie A e la posizione nobile di classifica che attualmente occupa. Il pubblico è eccezionale per l’entusiasmo che dà al presidente, che ha speso tanto per portare i rosanero a certi livelli. Ci tenevo tantissimo a giocare in serie A con la maglia del Palermo, ma, purtroppo, non fu possibile. A Rimini, in ogni modo, mi trovo molto bene: voglio lavorare per confermare quanto di buono ho fatto in passato e migliorare”.