IL TRIO DELLE MERAVIGLIE

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C'è un terzetto in fuga. E' questo il verdetto della trentaseiesima giornata, e ad otto giornate dalla fine è più di un indizio. Juventus, Napoli e Genoa salgono sul podio e vi restano, segno che alla lunga i valori vengono sempre fuori. Sono le squadre che, dal punto di vista della qualità, hanno qualcosa in più rispetto a tutte le altre. Sono anche le squadre che hanno alle spalle blasone, pubblico e tradizione. E, qualcuno dice, hanno una forza tale che alla fine taglieranno il traguardo a braccetto, senza lasciare alle ritardatarie la possibilità di rimediare al tempo perso durante la stagione regolare. La regola dice che se il distacco fra la terza e la quarta supera i 9 punti, i play-off non si giocano. Al momento, le distanze sono notevoli ma non siderali (8 punti), ma ad inseguire c'è un terzetto con spalle discretamente larghe. Eppure, questo campionato che va delineandosi in ogni sua zona è più vivo che mai. Lo dimostra il fatto che l'ultima e la penultima della classe fermano squadre con ambizioni di A, ma che dopo questi passi falsi sono costretti a rifarsi i conti in tasca.

La calcolatrice alla mano ce l'ha anche la Juventus, che aspetta soltanto il conforto dell'aritmetica per brindare alla promozione. Deschamps ha ingranato la quinta, e a Verona gli è bastato un gol di Boumsong per vincere l'ennesima partita. E se il chiacchierato difensore francese non è avvezzo alle marcature, Genoa e Napoli si coccolano quei soliti noti che in più di un'occasione hanno fatto la differenza. Il Grifo aveva risposto alla Signora con Leon e Di Vaio, quelli che da gennaio stanno facendo la differenza e che non hanno risparmiato neanche un Treviso passato a "Marassi" con la presunzione di chi pensa che basta chiudersi per prendersi il punticino (perché in caso contrario Rossi non avrebbe aspettato gli ultimi venti minuti per inserire Acquafresca, Beghetto e Russotto…). Il gol di Moro è servito a ben poco, e ora la classifica fa di nuovo paura. Molto più preziose le prodezze di Sosa e Trotta, con le quali il Napoli ha lanciato un preciso segnale al Genoa: anche i partenopei sanno vincere quattro partite di fila, soprattutto se di fronte c'è un Cesena incapace di difendersi.

Si diceva delle squadre virtualmente in C, che evidentemente tengono almeno all'onore. Come spiegare altrimenti il pari che il Pescara ha ottenuto a Rimini? Ad Acori non è bastata una doppietta di Pagano, perché Vantaggiato e Aquilanti hanno risposto al suo esterno che, al pari dei colleghi avversari, avrà molto da discutere con la propria difesa. I romagnoli devono reagire subito per evitare di scoppiare ai primi caldi, come successo al Piacenza. La quinta sconfitta nelle ultime sei gare è un inequivocabile segnale di resa per gli uomini di Iachini, incapaci di trovare quella continuità necessaria per chi vuole diventare grande. Ad Arezzo, un gol di Croce regala a Conte una vittoria insperata quanto inutile, a meno che la società toscana non ottenga dalla giustizia ordinaria quei 6 punti sottratti dalla giustizia sportiva.

Il paradosso è che le squadre senza particolari ambizioni sembrano essere più motivate di quelle in lotta per obiettivi importanti. Due indizi fanno una prova, ecco allora le vittorie dell'Albinolefe e del Lecce ai danni di Mantova e Bologna. A Mondonico manca un punto per raggiungere quota salvezza, ma i suoi ragazzi hanno da tempo blindato la cadetteria dando prova di solidità anche contro gli scorbutici virgiliani. Colombo e Ruopolo annullano il gol al fotofinish di Noselli e rimandano ancora una volta Di Carlo, che raramente ha superato gli esami di maturità. Più pesante il gol con il quale Zanchetta, nei minuti finali, ha fissato il risultato nel Salento, replicando al ritrovato Bellucci che a sua volta aveva risposto a Tiribocchi. Il recupero del bomber tranquillizza Cecconi, che d'ora in poi difficilmente potrà cavarsela con il 4-4-2.

Aveva poco da chiedere al campionato Brescia-Frosinone, ma il gol di Serafini tiene accesa quella flebile fiammella della speranza che Corioni e Cosmi alimentano a parole (play-off). Evitare i play-out è invece l'imperativo di Triestina e Vicenza, che hanno preferito non farsi male ricevendo, alla fine, i fischi del pubblico del "Rocco" e, di fatto, scivolando due passi indietro. Pesantissime, infatti, le vittorie di Modena e Spezia, che oggi giocherebbero lo spareggio. I canarini in casa non perdonano, lo ha capito anche il Bari di Materazzi che prima di pensare ai russi farebbe bene a salvare la categoria. Ganci è stata un'illusione, perché Sforzini e Campedelli hanno regalato a Mutti tre punti di platino (e Gillet ha pagato anche un rigore). Sono d'oro, invece, quelli che lo Spezia si è preso a Crotone, con Padoin ed il rigore di Guzman che condannano virtualmente i pitagorici alla C1.

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