IL NAPOLI PUNTA TUTTO SULLE COPPE

La vita è adesso, in questo spaccato stagionale da "dentro o fuori", in quaranta giorni in cui si miscelano la gloria e il futuro, il tormento da trasformare in estasi: la Milano da bere – sorseggiando quel pareggio come una camomilla – è ormai congelata nell'archivio di un'annata egualmente straripante, perché il bello deve ancora venire e comunque sta per venire. "Per me, giovedì sera, è una finale". I titoli di testa cominciano a scorrere e mentre la sceneggiatura è ancor tutta da svelare, l'eco della confessione di Mazzarri a San Siro si sparge sino a Castelvolturno e sembra un mantra: non c'è posto per i cattivi pensieri, e non c'è spazio per il pessimismo, perché ora che il gioco si fa duro, ai duri verrà chiesto di giocare a modo loro: "E' una doppia sfida delicata, che vale il passaporto per un appuntamento rilevante: e allora, si affronta come una finale".

Le sei ore della verità, quel confine labile assai che separa la felicità dall'amarezza, un contenitore di pathos ed emozioni da attraversare con l'autorevolezza del Napoli ch'è stato e che sa essere, prevede però la cura del particolare e l'attenzione maniacale al dettaglio: il Siena è praticamente dietro la porta di casa-Mazzarri, ora colma di video per trovare l'antidoto giusto alle coperture di Sannino; e il Chelsea, che sta nella scia, s'è già ritrovato (in questo suo 2012 da imbattuto) uno 007 alle calcagna per essere monitorato di partita in partita. Il data base è carico d'informazioni e da Calaiò a Fernando Torres e da Brienza a Lampard, ci sono due chiodi fissi che segnano le scadenze: si parte da Siena, si procede poi sino a Londra. Con un calice pronto: pardon, son due Coppe.

(CorriereDelloSport) (Umberto Tessier)

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