Il ‘Graffio’ di Corbo: “La maturità di Sarri”
C’è qualcosa di nuovo e di più dopo questa vittoria che certifica la ripresa del Napoli. Si conferma in Sarri un’altra dote. Ha superato con serenità e stile una innegabile crisi. Mai drammi, difesa elegante di Higuain dopo le accuse di sovrappeso, conduzione consapevole della squadra mentre il mare si gonfiava sotto un cielo grigio cupo. La buriana è passata, e Sarri non ha sbagliato una mossa, una parola, un sospiro. Sobrio e composto anche nella gioia. Lo immagino accanto all’unico vero amico che gli sia vicino, oltre i giocatori, ovvio. Parlo di Alessandro Pellegrini, il suo competente e lungimirante agente. Uno che sa di calcio e di buona vita. Complimenti ai due. Aspetto il risultato della Juve per un secondo intervento. Giro l’articolo appena scritto per Repubblica Napoli.
Tocca alla Juve rispondere, il Napoli è puntuale al traguardo volante. Con una serena vittoria manda tre messaggi. Si è rialzato, corre con lucidità, il congegno difensivo esita un po’, quello offensivo invece è ancora impreciso, ma si risente la sua pirotecnica sequenza di tiri. Alla Juve fa poi sapere che quel terribile febbraio è finito, che è stato ormai rigenerato da Sarri: non le sarà facile allungare la fuga. Il terzo indirizzo porta alla Roma: riceve tutto in fotocopia. Prima di illudersi, legga. Il Napoli è tornato, lo accompagna il vento tiepido della sua primavera.
Vittoria credibile, perché il Chievo si oppone con dignità. Coraggio e niente tatticismi. Merita il fortunoso vantaggio, quando Rigoni punisce con uno scippo la colossale ingenuità di Chiriches, ne subisce la reazione quando proprio Chiriches sbucando da chissà dove indovina il tuffo del vantaggio. Il Chievo non cambia mai, ritiene che non abbia senso difendersi oltre misura, sia la classifica che l’ottimismo temerario di Maran gli consentono persino di trascurare la ritrovata forza del Napoli: la sua fonte di gioco a sinistra. Su quel versante Sarri scommette tutto. Se Jorginho nella costruzione è infastidito da Birsa, rifinitore nel 4-3-1-2, si incarica Koulibaly di gestire la preparazione. Si rivela poderoso e tempista nel difendere, è ordinato come regista arretrato di un Napoli che attua uno stratagemma. Insigne disorienta il difensore di destra suo corrispondente spostandosi al centro: Frey è nella condizione peggiore, rimane in zona ad aspettare Ghoulam che lo infila in velocità, partendo da lontano sconvolge le linee arretrate del Chievo. Il giochino funziona a lungo: Insigne fa da civetta, lasciando libero un lungo binario per Ghoulam. Non a caso è suo l’assist per il momentaneo pareggio di Higuain. Sulla destra il Napoli invece glissa, altro trucco: Hysaj ha l’ordine di non proporsi e Callejon svolge un compito astuto quanto facile, fa blanda copertura della sua zona per poi inserirsi al centro, in qualche modo è un’altra civetta, anche lui. Crea due effetti fatali per il Chievo: consente a Higuain di defilarsi ai limiti dell’area e talvolta va a concludere sul secondo palo, gli riesce così di segnare il terzo. Higuain gioca in agilità, si è liberato di quel mattone, immagine ruvida del sovrappeso che gli attribuì il suo presidente, vigila sulla manovra finale supplendo ad Hamsik, che è in ripresa ma distante dalle migliori prove. Maran si accorge che Ghoulam è ormai incontenibile, passa al 4-4-2 per guadagnare ampiezza sulla mediana e sbarrare meglio le fasce, ma il Napoli non spegne i motori, anzi può anche invitare alla festa Allan ben sostituito da David Lopez, poi Mertens. E per Maran è tardi per evitare una più che dignitosa sconfitta.
(Antonio Corbo, Il Graffio, La Repubblica Napoli)