Il ‘Graffio’ di Corbo: “Higuain felice a Napoli e con Sarri. Vuol rimanere”

apoli secondo, entra in Champions per l’ingresso d’onore, De Laurentiis si infila nel racconto della festa con il suo giubbotto azzurro ed un sorriso preoccupato. Sarà azzurro anche il futuro del Napoli? Tutto dipende dalla soluzione di mercato più delicata. Vendere Higuain e reinvestire in giocatori scelti con fortuna e competenza? Confermare Higuain?
Molto dipende da lui. Higuain commosso dopo il trionfo forse ha già deciso. Sembra che non voglia staccarsi da Napoli, da Sarri, da compagni sinceramente amici. Che la festa continui.
Ma sia chiaro il rapporto tra De Laurentiis e Sarri. Nel breve duetto in tv sono apparsi molto tesi. Devono parlare. Chiarire.
Il presidente ricorda che . L’allenatore si aggancia: , una domanda quasi a ricordare che è secondo un Napoli povero, senza investimenti della società, ma diventato bello attraverso la sua guida e la fatica della squadra.
Reagisce De Laurentiis. per ricordare a Sarri che giocano sempre gli stessi. Sarri cambia discorso. .. Ringrazia anche i giornalisti: . Non ringrazia la società. Strano? De Laurentiis dà tutto per scontato, la conferma ci sarà, ma è meglio che i due s’intendano. Che errore rinviare la conferma a fine campionato. Poteva essere un segnale di gratitudine, fiducia, magnanimità a dicembre. Ora è solo una trattativa. Buon lavoro.

Giro intanto l’articolo scritto dopo il 4-0 con il Frosinone agli amici del Graffio. Lunedì il Telegraffio.

Venticinque minuti da raccontare. Dal gol del romanista Salah a quello di Hamsik passano ansie, incubo, errori. Il Napoli davvero teme di essere arrivato alla partita del grande inganno: 11 contro 10 attacca con disordinata velleità, non si rende conto che è in superiorità numerica e tecnica, ma il divario svanisce quel palleggio insistito, innocuo, barocco.
Doveva capire tutto il Napoli osservando la faccia di Mirko Gori. Scura, emaciata, livida di ira. Chi è Gori, bisognava saperlo: è il giocatore che esterna da giorni molti dubbi su presunti aiuti ad altre concorrenti per la salvezza. Dopo un fallo su Insigne, a partita appena cominciata, reagisce con il plateale furore di chi è venuto per una partita diversa, quella che doveva riscattare un anno di tormenti. Il Frosinone ci prova ancora, si raccoglie in area con una coesione tattica e morale che non aveva quando doveva. Fa blocco arretrato. Ed il Napoli per 44 minuti lo aiuta con quel gioco che è stato un ricamo prezioso, ma che stavolta è autolesionismo. Insigne si somma ad Hamsik e Callejon intorno a Higuain: non liberano il bomber, ma rendono più fitta la gabbia introno a lui. Su di lui avvinghiano Blanchard e Russo, stgringono Matteo Ciofani e Crivello sulle zone laterali oppressi da Insigne e Callejon, prova Kragh a chiudere la pista sinistra battuta da Ghoulam, uno che dà ampiezza all’attacco.
Venticinque minuti senza respiro, con il Napoli che comanda il gioco, moltiplica passaggi, per poi aumentare il mucchio in area; con il Frosinone che barcolla ma non cade, con la Roma che vince a Milano: pioggia battente e 60mila tifosi in allarme, chi li dimentica, ragazzi che succede? Ci pensa Hamsik, con un gol che lo porta accanto a Maradona, 81 in A. Ci pensa Hamsik, uscendo dai cespugli con quella cresta da leone tornato leone per una zampata che cambia umori e partita, che chiude i conti del Napoli per la Champions e quelli di Higuain nella sua rincorsa al primato di Nordahl. Il secondo, il terzo sono suoi, li aveva cercati con la disperazione che fa grandi anche i campioni, chi è il campione, il genio, l’artista se non sa anche soffrire per un capolavoro? Già, è suo anche il quarto, e lo segna con una sforbiciata volante da destra a sinistra che sembra staccata dalle foto in bianco e nero delle pagine ingiallite e secche di un calcio antico. Pazzesco: 36 Higuain, 35 Nordahl.
Record assoluto, storia, leggenda, si sprecano parole, forse anche lacrime, perché tutto diventa fantastico e malinconico quando irrompe sul campo Maurizio Sarri, il maestro umile che butta giù le barriere di orgoglio, caratteraccio e riservatezza, che evade dalla sua ritrosia per correre ad abbracciare Gonzalo, fradicio di emozione, pioggia, fatica. Anche Sarri stravince i confronti: mai 82 punti, mai 106, è suo il Napoli dei record. Un abbraccio che chiude o riapre un’avventura? Cominciò a Dimaro in Trentino. Parlò Sarri per primo, Higuain rispose senza neanche una sillaba, aveva la testa bassa, ma gli occhi di nuovo pieni di sogni. Era tornato dopo un rigore sbagliato contro la Lazio (qualificazione Champions fallita, 31 maggio 2015) senza dimenticvare quello terribile che aveva compromesso la vittoria argentina del Mondiale 2014 in Brasile. . L’ha ascoltato, eccolo, è tutto vero. Su la testa, non piangere Gonzalo, è qui la festa, quella che vedi intorno a te, sono finalmente tue la festa e questa città.

(Antonio Corbo, Il Graffio, La Repubblica Napoli)

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