“Il dito contro”: Disastro Juventus
Dal cielo dopo il goal del due a zero siglato da Cristiano Ronaldo quasi si poteva avvertire suonare Beethoven la sua nona sinfonia. Quasi era possibile immaginare Agnelli a telefono con il suo sarto e invitarlo a Vinovo per cucire sulle maglie il nono scudetto consecutivo.
Dopo che la Lazio era caduta nel tardo pomeriggio, contro il Lecce dell’ex Liverani – e con dieci punti di vantaggio sui biancolesti – quando Ronaldo ha segnato sembravano calati i titoli di coda sul film del campionato.
Invece il Diavolo ci mette lo zampino: rigore chiamato a Guida da Giacomelli al Var e il siparietto tra Ibra e Ronaldo e in pochi minuti i gol di Kessie e di Leao per concludersi con il quarto goal del Milan messo a segno da Rebic.
La Juventus perde in malo modo contro il Milan e sfuma l’occasione di ipotecare la questione scudetto.
“Il Diavolo in paradiso” verrebbe da dire perché una serata del genere i tifosi rossoneri la sognavano da una vita.
La Juventus è caduta nelle trame di Pioli, spegnendo l’interruttore sul due a zero.
Piena di se e pronta a proiettarsi ad agosto in Champions League, trofeo quello dell’ “Europa che conta” che da tempo si prova a riportare a Torino.
Il Diavolo riporta squadra e Sarri sulla terra.
Sette punti da recuperare in sette giornate sono comunque un patrimonio enorme da gestire, ma adesso con gli scontri diretti con Atalanta e Lazio qualche preoccupazione squadra e allenatore dovrebbero cominciare ad averla.
Anche se le inseguitrici fanno di tutto per non far perdere il sonno dietro alla questione scudetto, continuando a buttare via punti.
Chissà quanto Simone Inzaghi pensa alle tre sconfitte, che se fossero stati pareggi lo avrebbero portato a quattro punti dalla Juve con lo scontro diretto ancora da giocare.
Mancano le ultime sette giornate di un campionato ampiamente falsato e messo in campo solo per il Dio danaro e non fermare uno dei maggiori contribuenti dello stato il Dio pallone.
Vedremo se ci saranno sorprese o tutto si incanalerà come previsto.
Certo è che se scudetto sarà, l’unico a non poter gioire è l’ex comandante Maurizio Sarri, al quale il nodo alla cravatta “da palazzo” ha fatto perdere un po’ sensi e consapevolezza di gioco.
Questo campionato strano sta per volgere al termine, a noi giornalisti e tifosi non resta che andare a vedere: della serie fuori i secondi.