Hamsik presenta la sua auto-biografia “Marekiaro”: “Napoli mi ha dato amore dal primo giorno, a Firenze la sconfitta che ha fatto più male”
Il capitano del Napoli, Marek Hamsik, ha appena tenuto una conferenza stampa al centro tecnico di Castel Volturno per presentare la sua auto-biografia “Marekiaro”. Ecco quanto riportato da Pianetanapoli:
Qual’è stata la cosa più difficile per completare la tua auto-biografia? “E’ più facile aprirmi con Monica Scozzafava e De Giovanni rispetto a tutti i giornalisti”
Le immagini più importanti del tuo percorso in azzurro? “L’arrivo a Napoli, non sapevo cosa aspettarmi. C’erano migliaia di tifosi qui. Poi la vittoria della prima Coppa Italia, festeggiammo alla grande in città. L’ultimo forse il record battuto di Diego”
Il momento più brutto a Napoli è il secondo posto dello scorso anno? “Ce ne sono stati altri, forse quello ha fatto più male perché eravamo davvero vicini. Fa parte del gioco e da professionisti dimentichiamo in fretta per andare avanti”.
Cosa ti ha dato questa città? “L‘amore dei tifosi sin dal primo giorno, col passare degli anni ancora di più. Il calore della gente è bello, non capita a tutti, sono orgoglioso del rapporto con la città”.
Firenze riporta brutti ricordi, volete riscattarvi? “Ci dispiace per quella gara, ci credevamo, ci credeva tutta la città. E’ andata così, ma ci teniamo non solo sabato ma per tutto l’anno. Il sogno è lo stesso, la città lo merita”
Sui cori razzisti di cui parli nel libro. Che reazione hai quando capita? “Sono cose difficili da contrastare, non li capisco. Non solo su questa città, ma anche contro altri compagni. Sono davvero inutili”.
Sul nuovo ruolo? “Il mister mi disse subito che mi voleva lì, ci credo e sto dando tutto per cercare di migliorare“.
I gol più belli e le partite che porti nel cuore? “Col Milan fu un bel gol, poi quello in finale di Coppa Italia con la Juve. Ogni partita di Champions è particolare, con la canzone, davanti ai nostri tifosi, la prima fu emozionante. Ci sono tantissimi ricordi belli con la maglia azzurra”.
Come mai in questo avvio di stagione si inizia sempre in svantaggio? “Ci dobbiamo pensare e lavorare perché non è possibile andare sotto in tutte e tre le partite. Speriamo di cambiare già sabato, non sempre puoi ribaltare la gara”.
Cosa significa essere un esempio per un calciatore? “Ci guardano milioni di tifosi, sei l’idolo di donne e bambini, per questo sono sempre attento ai miei comportamenti. Voglio essere una persona da ammirare e voler bene. L’educazione è la prima cosa”.
Marek, hai mai fatto un giro per Napoli senza firmare un autografo? Il posto che ti incanta di più? “E’ difficile girarla per questo motivo, c’è tanto amore ed è normale. E’ difficile nascondersi qui (ride, ndr). Non sono stato a Napoli sotterranea e sul Vesuvio, ma credo che ci andrò”.
Questa squadra sarà forte come quella dell’anno scorso? “Questo è il gruppo più compatto in cui ho giocato. E’ cambiato poco, è lo stesso e ci tiene molto. Possiamo fare bene”.
Che persona ha raccontato in questo libro? “S’è detto tutto su di me in 12 anni, ma qualcosa di nuovo c’è ed è rivolto a tutti, principalmente ai tifosi ed ai napoletani, dai piccoli ai grandi”.
Momento particolare per le vicende del San Paolo, vuoi fare un appello ai tifosi? “Il tifoso non ha bisogno, la strada la trova da sola. E’ la loro passione e ci aiuteranno come sempre”.
Un domani chi raccoglierà l’eredità del capitano? “Io spero col cuore che vada ad Insigne, è napoletano e ci tiene tanto. E’ già un simbolo ed è già capitan futuro”.
Bruscolotti lasciò la fascia a Diego per lo Scudetto. Faresti lo stesso con Insigne? “Abbiamo tanti giocatori forti, ma non Diego. Se me lo assicurasse al 100% sì… (ride, ndr)”.
Vedi i tuoi figli un giorno in maglia azzurra? “Sono contento che hanno il mio dna, già giocano con una scuola calcio e anche bene. Speriamo che almeno uno dei due possa essere professionista. Sono nati tutti qui, sono figli di Napoli. Provo ad essere presente, li accompagno a scuola e recupero il tempo perso quando posso”.
Che ne pensi della crisi che sta vivendo la nazionale italiana? “Dispiace vedere l’Italia così, quando ero bambino ricordo la finale ’94 ed era eccezionale. Spero si torni a quei livelli”.
Quali sono le tue passioni oltre al calcio? “Gioco a calcio, ma anche a tennis e volley, mi piace anche il ciclismo. E poi la passione per le auto”.
Napoli a vita? “Ci tengo alla maglia, proprio per questo sono qui da 12 anni. Può darsi anche dopo il calcio, ho dedicato tutta la mia carriera a Napoli e ne sono fiero”.