Frenata Napoli a Marassi: col Genoa solo 0-0
Timidi e bloccati dall’atteggiamento combattivo del Grifone, gli azzurri si svegliano troppo tardi cozzando contro le parate di Perin e le chiusure difensive rossoblu. Doveri nega un rigore a Higuain. Punto stretto per i partenopei, ora quarti
GENOA (3-4-3): Perin; Munoz (35’ Izzo), Burdisso, Ansaldi; Figueiras, Rincon (72’ Cissokho), Costa, Dzemaili (45’ Ntcham); Perotti, Pavoletti, Laxalt (Lamanna, Ujkani, Gakpé, Lazovic, Tachtsidis). All. Gasperini.
NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan (81’ David Lopez), Jorginho, Hamsik; Callejon (67’ Gabbiadini), Higuain, Mertens (57’ Insigne) (Gabriel, Rafael, Strinic, Henrique, Valdifiori, Maggio, Chiriches, El Kaddouri, Chalobah). All. Sarri.
Arbitro: Doveri (Roma 1)
Guardalinee: Marrazzo (Tivoli) – Paganessi (Bergamo)
Arbitri addizionali: Gervasoni (Mantova) – Candussio (Cervignano del Friuli)
IV uomo: Vivenzi (Brescia)
Ammoniti: Izzo, Ntcham e Costa (G), Gabbiadini e David Lopez (N).
Recupero: 2’ pt, 4’ st.
Angoli: 6-1 per il Napoli.
Prima o poi le grandi serie positive devono terminare. A Marassi contro il Genoa è finita quella del Napoli, anche se non con una sconfitta rovinosa, bensì con un pari che, per quanto ottenuto fuori casa, lascia l’amaro in bocca. E non c’entra il netto rigore, per strattonata di Burdisso a Higuain, non concesso dal signor Doveri, il quale nel resto del match non ha commesso errori clamorosi. C’entra piuttosto la prestazione a due facce dei partenopei, lenti e fors’anche timorosi nel primo tempo, più svegli e spavaldi nel secondo. Troppo tardi, però, per perforare la munita retroguardia eretta da Burdisso e soci, pericolosi poi ad agire di rimessa provocando non pochi brividi ai tifosi azzurri calati in massa al Ferraris. Non solo per tifare Napoli, ovviamente, ma anche e soprattutto per celebrare lo storico gemellaggio con i supporters rossoblu. Alla fine, visto il punteggio finale e la festa fatta sugli spalti, si può dire che ad aver vinto siano stati proprio loro, gli spettatori. Non sarebbe stato male se l’avesse fatto anche il Napoli. Si rimane lassù, a soli due punti dal tandem di testa Fiorentina-Inter e a uno dalla Roma. Eppure pensate a quale soddisfazione sarebbe stato ritrovarsi al calar del sole in cima alla vetta ….
POLVERI BAGNATE – Sarri non cambia il suo scacchiere-tipo. Unica eccezione alla regola l’assenza di Insigne, sconfitto nel ballottaggio con Mertens. Per scelta tecnica, dice Giuntoli nel pregara, ma credergli è difficile visti i fatti di mercoledì. E così, in conseguenza della mancanza di Lorenzo, Gasp, che ha inizialmente messo Izzo in distinta, gioca la carta Figueiras. In difesa rientra capitan Burdisso, in mediana trova spazio l’altro ex, Dzemaili, Ntcham e Tachtsidis iniziano dalla panca. I primi minuti sono di studio e tattica. I rossoblu asfissiano gli azzurri con il loro consueto pressing, costringendoli a cincischiare in fase di impostazione e a rallentare, quindi, le operazioni. E inoltre sono camaleontici nell’andare all’attacco, scambiandosi posizioni e compiti, senza dare tanti punti di riferimento. Laxalt e Perotti si sacrificano, da punte, in fase passiva. Pavoletti non si limita a dar fastidio negli ultimi venti metri, anzi. Parimenti Ansaldi e Munoz non disdegnano sortite sulle fasce a supporto degli esterni di mediana. I partenopei attendono, sperando che lo ‘sfogo’ genoano scemi progressivamente. E comunque sia non rinunciano a giocare, sebbene la pressione e le marcature old style dei padroni di casa impediscano azioni pericolose. E quelle poche volte in cui l’attitudine ermetica degli avversari viene meno, gli uomini di Sarri non sfruttano appieno i rari momenti di libertà concessi loro. Non li sfruttano anche per loro colpe. Higuain, spesso solo lì in avanti, non è supportato da Callejon e Mertens. Le manovre sono farraginose e talvolta imprecise. Nelle ripartenze Hamsik e soci scendono in ritardo consentendo così ai difensori liguri di rientrare con la massima calma. Quando tale calma è troppa, Ghoulam ha tutto il tempo di crossare da dentro l’area e di riprendere la respinta di Burdisso: la palla gira a Mertens, ma sul suo traversone il Pipita manca in tackle l’appuntamento col goal. Tutto questo dopo ben ventisei minuti. Due minuti, e ancora dal piede del belga parte un altro buon traversone per l’argentino, con Burdisso che lo strattona per la spalla facendogliela girare e stendendolo. E’ penalty netto, Doveri se ne lava le mani. Prima di allora poco o niente in quanto a emozioni, a parte un bel tiro di Callejon al 5’ su lancio preciso di Jorginho: destro a volo, pronta risposta di Perin. E a parte al 15’ la timida replica del Genoa con un sinistro di Laxalt dritto in Gradinata Sud. Per rivedere il Napoli tirare in porta bisogna attendere addirittura il 45’, quando Higuain, pescato in area da un altro lancio di Jorginho, trova un buco tra le gambe di Izzo e spara un diagonale destro di poco fuori. Sfumato il forcing iniziale, il Genoa si è nel frattempo limitato nelle iniziative. Eccezion fatta per un tiro-cross di Perotti non sfruttato sotto porta da Pavoletti, unico vero brivido portato dal Grifone al Ciuccio nel primo tempo. Durante il quale ad ogni modo non mancano grattacapi per Gasperini, peraltro gravi: Munoz e Dzemaili (guarda un po’ …) vengono traditi dai muscoli, li rimpiazzano Izzo e Ntcham.
ASSALTO INUTILE – Misto tra camomilla e piccolo trotto nel primo round, il ritmo si velocizza improvvisamente nella ripresa. Accelera il Napoli: Higuain sfrutta una discesa di Hamsik e tenta la botta da fuori: alto di poco (48’). Accelera anche il Genoa: Perotti ubriaca Hysaj e centra, Laxalt ci arriva di testa e manda a lato (51’). In pochi minuti si tira a porta, da una parte e dall’altra, più di quanto non si sia fatto in precedenza. Ma è nettamente dei partenopei la parte del leone nelle chances fallite. E non si esaurisce nelle prime fasi del secondo tempo, come si vedrà. Hamsik, lanciato ancora da Jorginho, si fa anticipare da Perin in uscita, sulla respinta Mertens elude Izzo e tira, il portiere blocca a terra (53’). Poco prima, su ripartenza, Pavoletti ha provato invano a sorprendere Reina dal limite. Di nuovo Mertens serve il Pipita ai dieci metri, sulla sua botta a colpo sicuro s’immola Ansaldi miracolosamente evitando il goal (54’). Tuttavia anche Dries deve dare forfait per problemi fisici: Insigne lo sostituisce, tra i due nessuno screzio al momento dell’avvicendamento (almeno sul campo). Il tempo di mettere piede sul campo e Lorenzo, rubata palla al distratto Ntcham, dà in area a Callejon la palla del possibile vantaggio: diagonale destro di poco fuori. Per Calleti è l’ultima occasione di andare a bersaglio, poiché a ventitré minuti dal novantesimo Sarri lo richiama e getta nella mischia Gabbiadini. E sull’ennesima gittata a obice di Jorginho, l’ex doriano beffa in area la guardia di Ansaldi, ma manca l’aggancio decisivo per poi concludere. Un episodio specchio fedele, a conti fatti, di quanto pochino faccia in seguito l’attaccante. Poco dopo un altro infortunio costringe Gasperini a rinunciare di nuovo a un mediano, Rincon: lo rimpiazza Cissokho. Dalla sua il Grifone ha sempre le folate di Perotti, le sue corse fino in fondo favorite dalla fatica di Allan, incapace di raddoppiare. Da lì un cross mancino scavalca Reina, Koulibaly anticipa provvidenzialmente Pavoletti (74’). Su suo accentramento arriva un bell’assist per Ansaldi: botta di destro, Reina blocca. Ma il colpo grosso potrebbe sempre regalarselo il Napoli, se non fosse che Hamsik, imbeccato da una straordinaria scucchiaiata di Insigne, schiaccia troppo il piattone davanti a Perin, permettendo all’ex pescarese di salvarsi in corner (77’). E il Magnifico cerca la sorpresa da fuori, ma ne viene fuori una telefonata per Perin (80’). Intanto, resosi conto delle difficoltà di Allan, Sarri schiera al suo posto David Lopez. E proprio dal piede del mediano spagnolo parte un traversone su cui Higuain anticipa il meglio piazzato Insigne, mandando fuori a due passi con Perin fuori causa(85’). Passa poco e l’occasionaccia capita anche al Genoa: Reina esce in ritardo su Pavoletti, beccato dall’indiavolato Perotti, sul cross rasoterra dell’ex Sassuolo ci mette una pezza Albiol. Perin, fin lì poco decisivo, lo diventa quando su punizione calciata con forte sinistro, Gabbiadini coglie la spalla di Cissokho in barriera e l’estremo difensore non si fa ingannare deviando in angolo. E ancora opponendosi sul destro a giro del suo vecchio amico Insigne a mezzo minuto dalla sirena. Fine. Come finisce la corsa del Ciuccio in alto. Gli va stretto il punto, ma le sue ambizioni non finiscono. C’è da riflettere, però, sulle ritrosie e sulle leggere imperfezioni che hanno impedito la conquista di tre punti legittimi.