EQUILIBRIO E BEL GIOCO, PIU’ TOTO’
Cinque squadre in tre punti, e sorprende che fra queste non ci siano alcune delle protagoniste annunciate. Segno che l’equilibrio è finalmente tornato a regnare sovrano in un campionato che sta offrendo anche una qualità del gioco piacevole. L’esempio lampante è l’Udinese, che va a San Siro e sfiora a più riprese la vittoria prima di cedere all’Inter nei minuti di recupero. Non sempre, però, il singolo (nell’occasione Sneijder) prevale sul collettivo. Per ora Mourinho se la ride e fa la linguaccia, anche perché se quel gol non fosse arrivato, è probabile che sarebbero stati gli altri a fargli le pernacchie.Raggiunta in testa dai nerazzurri c’è la Sampdoria, fermata sul pari dal Parma. Una frenata quasi fisiologica dopo il pieno di consensi registrato negli ultimi tempi, anche perché di fronte ha trovato una squadra tatticamente organizzata come poche. Merito di Guidolin, che al pari di Del Neri si batte per restituire un piazzamento dignitoso ad una piazza blasonata.
Un posto tra le grandi lo vuole anche il Palermo. Zenga pensi meno allo scudetto, anche dopo questa vittoria sulla Juventus che costa a Ferrara il primo ko nella sua ancor breve carriera di allenatore. Per una notte i fuoriclasse si chiamano Cavani e Simplicio, che approfittano del momento-no per stendere i bianconeri ed aprire una prima mini-crisi stagionale. Torna a respirare il Genoa, che a Bologna rovina la festa del centenario ai padroni di casa e reagisce ai primi, ridicoli processi di una giuria ingenerosa. Gasperini ha il merito di far girare la squadra anche con l’infermeria piena. E’ successo anche a Valencia, al di là del risultato, è successo al Dall’Ara, dove i Menarini che farebbero meglio a guardarsi le spalle.Nel club delle grandi resiste la Fiorentina, che ha ritrovato una solidità difensiva capace di frenare il Liverpool in Europa e la Lazio in Italia. Al Franchi la sfida finisce a reti inviolate, ma è un punto accettato di buon grado da due squadre reduci dalle fatiche internazionali ed a caccia di un campionato che ne possa confermare le ambizioni di alto livello.
Respira aria d’alta quota anche il Chievo. Alzi la mano chi avrebbe pronosticato una pronta ripresa dei clivensi, capaci di reagire ad un difficile inizio di stagione e di tornare subito sui livelli del girone di ritorno del campionato passato. Ne sa qualcosa anche il Cagliari, che davanti al pubblico amico si trasforma e non riesce a dare continuità alle prodezze esterne.I discorsi di alta classifica continuano a non riguardare il Milan, che a Bergamo viene salvato dal discusso Ronaldinho. Masticano amaro i nerazzurri di Conte (ah, se fosse arrivato prima…), che sanno giocare a calcio ed avere la meglio su una squadra-fantasma, male assortita e mal guidata in panchina, anche se in Via Turati continuano a dire che “tutto va ben”…
Chi a pallone sta dimostrando di saper giocare è anche il Bari, che con un attaccante di razza probabilmente potrebbe ambire a qualcosa in più di una semplice salvezza. Il Catania non vince, ma non perde neanche più: al San Nicola il pari è legge, e tutto sommato va bene così per entrambe. L’impressione è che il Bari sopravviverà, e alla grande, anche senza mister Barton.Nessun gol neanche a Siena, ma i padroni di casa sprecano anche un rigore e non riescono a superare il Livorno. Per gli ospiti non subire gol sembra il massimo, considerate le polveri bagnate. Va peggio in casa bianconera, con i primi malumori di una piazza che contesta sparando nel mucchio e dimenticando le buone cose fatte da società, squadra e tecnico in passato.
A parte parliamo di Roma-Napoli, ma l’ultima nota è per un napoletano di nome Antonio Di Natale. Spesso i numeri valgono più di mille parole. Le cifre, per Totò, parlano chiaro: 7 partite, 9 gol. Chapeau…