DE LAURENTIIS: "UEFA E FIFA VECCHIE COME FIGC E LEGA. A MENO DI OFFERTE PAZZE, CAVANI NON SI VENDE. SAN GENNARO A NEW YORK SE VINCIAMO LO SCUDETTO"

Crisi del calcio italiano e soluzioni per riportarlo in auge, concetti di football moderno da impiantare in Europa, la grana del calcioscommesse, il suo Napoli. Di questo e altro ha parlato Aurelio De Laurentiis in un'interivsta concessa in esclusiva a Tuttosport: "Prima i club erano associazioni sportive e non si preoccupavano dei bilanci, dal 1996 tutti hanno dovuto far quadrare i conti. Io sono entrato otto anni dopo e ce l'avevo ben radicato in testa questo principio. Per me è stato un vantaggio, perché ho seminato fin dall'inizio la mia mentalità imprenditoriale. Dalla serie B ad oggi siamo sempre stati virtuosi, un allenamento in vista del fair play di Platini che andrà in vigore. Inter e Milan deboli? No, perché hanno fatturati superiori ai 200 milioni e con quel denaro si può fare tantissimo. Stanno solo tagliando i rami secchi, eliminano le spese superflue e per la prima volta si stanno trasformando da club associativi a società per azioni. La crisi sta favorendo il concetto di impresa nel calcio e sono convinto che nei prossimi tre anni assisteremo a grandi cambiamenti. Io e Rummenigge? I nostri rapporti sono ottimi. Rummenigge ha in mano l'Eca, con la quale ci si appresta a modificare i tornei internazionali, cioè la Champions che prenderà il posto dell'Europa League e che dovrebbe essere giocata da Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia, con sei oppure otto rappresentanti per nazione. Ma nei prossimi tre anni bisognerà diminuire il numero delle squadre nei campionati nazionali. La Serie A dovrebbe essere a 16, così da partecipare a un torneo europeo con 30 squadre che dovrebbero giocare tra di loro. Uefa e Fifa sono ancora frutto del retaggio pre 1996. La maggior parte dei soldi finisce a loro: ma i giocatori che vanno in Nazionale non sono nostri? Se la Fifa facesse i Mondiali con i nostri giovani di 17 e 18 anni, sarebbe una vetrina in cui anche i club avrebbero un vantaggio. Invece, convocano i trentenni. Loro fanno orecchie da mercante, perché chi governa ha l'interesse a favorire le nazioni meno importanti, per avere i voti della rielezione. Serve che venti presidenti-imprenditori decidano di cambiare e bisogna farlo in tre anni. Purtroppo la Lega è ancora figlia della Figc: i presidenti dell'una lo sono poi diventati anche dell'altra, tranne Abete. Bisogna sottrarsi dalla mentalità federativa portata avanti da Carraro e Matarrese. Calcioscommesse? C'è un modo: evitare le puntate quando la partita è iniziata. Poi, ho sempre pensato che Coni, Figc e Lega dovrebbero gestire un'unica grande compagnia di scommesse in Italia e dalla stessa attingere i finanziamenti di cui c'è bisogno per costruire gli stadi e far andare avanti tutto lo sport italiano. La Giustizia Sportiva è un problema arcaico. Oggi bisognerebbe rivolgersi al Codice Civile, al Diritto Privato. Va cancellato il Diritto Sportivo. Che bilancio dò al ritiro del Napoli? Ottimo. Se ci fossero stati i titolarissimi, avrebbero giocato sempre loro, invece contro il Bayern è stato bravo Mazzarri a far giocare Vargas e Insigne. Cavani non è in vendita e io non ho mai avuto contatti con la Juve, forse perché loro sanno che i giovani me li tengo. Però se da Torino o da qualsiasi altra parte dovesse arrivare un pazzo con cento milioni in contanti… Mazzarri è come Lavezzi: il giorno in cui si sarà stancato di stare a Napoli, verrà da me e me lo dirà. Io proverò a trattenerlo, perché a differenza di Lavezzi gli allenatori più passa il tempo e più diventano bravi. Ora Jovetic non è un calciatore che fa al caso mio, ma l'anno prossimo sì. Ammesso e non concesso che riesca a convincere la Fiorentina e il procuratore. Gli dovrei fare un contratto già da ora per utilizzarlo il primo luglio 2013. Ma poi può anche darsi che quelli che ho adesso faranno meglio di lui. Quest'anno il campionato è aperto. La Juve sentirà la responsabilità e il peso della Champions, che toglie punti a tutti. Puntiamo al campionato, perché voglio tornare in Champions. Va bene anche il terzo posto, pur se scomodo, perché non dà la certezza della partecipazione ai gironi. Vorrei il secondo, ma se il buon Dio mi crea delle occasioni non prevedibili a tavolino e mi fa arrivare primo, meglio così. Se poi dovessimo finire quarti o quinti, ce ne faremmo una ragione. A piedi a Pompei se vinciamo lo scudetto? Sarebbe troppo semplice, ci metterei solo un giorno. Porterei la statua di San Gennaro in delegazione a New York, a Los Angeles, oppure dove il calcio la fa da padrona: a Barcellona, Madrid, Rio De Janeiro e Buenos Aires".

V.G.

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