Cronaca di una serata nera

Un film già visto Dopo Tagliavento , arriva Calvarese. Come se non fossero bastate le clamorose sviste arbitrali , che hanno privato gli azzurri di importanti punti allo Juventus Stadium , il Napoli di Benitez si ritrova a dover fare i conti nuovamente con un arbitraggio ai limiti della decenza. Bisogna farci il callo e rassegnarsi ad una realtà fastidiosa , sebbene inevitabile. Dopo una serie di deludenti prestazioni della propria squadra , i tifosi azzurri sono stati costretti ad assistere allo show del Sig. Calvarese ,  che ha di fatto sbarrato la strada alla truppa partenopea verso la vittoria. Dall’incredibile svista in occasione del goal di Pinilla ( qualunque arbitro dilettantistico avrebbe visto e sanzionato la palese infrazione su Henrique ) , alle reiterate mancate concessioni della regola del vantaggio , all’uso scriteriato delle ammonizioni , alle espulsioni di Benitez e di Xavi Valero fino ad arrivare al risicatissimo recupero concesso a fine gara , si può tranquillamente affermare che l’arbitraggio di ieri è stato scientificamente mirato per impedire agli azzurri di poter ottenere i tre punti e rimanere agganciati alla zona terzo posto. Una direzione arbitrale oscena che coincide , guardacaso , proprio con il rilancio delle romane in campionato. Inevitabilmente ritornano alla mente le lamentele di Lotito del mese del Gennaio , con la conseguenza che la Lazio si ritrova oggi saldamente al terzo posto e la Salernitana comanda la classifica di serie C. Pensar male è peccato , ma spesso si indovina.

Senza equilibrio né idee Ma la crisi attuale del Napoli non può essere riassunta soltanto con i punti persi per colpa delle decisioni arbitrali. Anche ieri sera , contro il muro bergamasco saggiamente eretto da Edy Reja , gli azzurri sono apparsi nuovamente scarichi , spenti , completamente spaesati. Una prestazione sostanzialmente inaccettabile , sia perché successiva alla nefasta ed umiliante trasferta di Verona , sia perché era necessario dare una risposta al ritorno prepotente di Lazio , Fiorentina e Sampdoria. Ma il Napoli in campionato sembra aver mollato la presa , attacca spesso senza convinzione , erroneamente conscio che – presto o tardi – il goal arriverà. Il risultato è che , mentre la Lazio a fine primo tempo conduceva già per 2-0 in casa contro il Verona , gli uomini di Benitez erano ancora inchiodati sullo 0-0 e si erano resi pericolosi solo con un colpo di testa di Britos su calcio d’angolo. Troppo poco per una compagine che mira ad entrare direttamente ai gironi di Champions e ad affermarsi come significativa realtà del calcio europeo. Discutibili rimangono ancora una volta le scelte del tecnico : contro gli orobici , dediti principalmente a difendere il punticino , è mancato il singolo capace di saltare l’avversario. La decisione di schierare un impalpabile De Guzman sulla sinistra ( in luogo di Mertens ) ha provocato più di un problema alle sortite offensive azzurre. Insomma , il Napoli non convince. E non sembrano neanche più credibili le fatiche di Europa League : Young Boys , Slovan Bratislava , Trabzonspor e Dinamo Mosca non sono certo corazzate tali da poter giustificare un simile rendimento in campionato. Specialmente quando di fronte a te ritrovi compagini che vivacchiano in bassa classifica ma che riescono puntualmente a trovare il “punticino del S.Paolo”. Ahimè , il quinto posto di oggi è ampiamente meritato.

Indeboliti Si parlava della Lazio. Ed inevitabilmente lo sguardo cade sul bel gioco espresso dalla squadra di Pioli , capace di aver amalgamato alla perfezione una squadra costruita con elementi di qualità , titolari di nazionale , che hanno saputo cambiare interamente i reparti dei biancocelesti. L’arrivo di De Vrij ha rinforzato notevolmente il reparto difensivo laziale , Biglia ha saputo donare equilibrio in mediana , Felipe Anderson è stato il crack del mercato di Lotito. Se a tali giocatori si aggiungono quelli già presenti ( e fortemente collaudati in A) come Candreva , Mauri , Klose , Radu e compagnia , allora forse si inizia ad intuire che esistono squadre in serie A che hanno lavorato sul mercato meglio degli azzurri e che ad oggi risultano essere sicuramente più complete e competitive. Ogni giorno si parla della forza della rosa di Rafa Benitez , dimenticando troppo spesso che questa rosa – fatta eccezione per Gonzalo Higuain – è sostanzialmente ben poca roba e si contraddistingue soltanto per la discontinuità di prestazioni. Dai fantasmi di Callejon e Hamsik , ai rari sprazzi di Mertens , agli orrori difensivi fino alla pochezza tecnica degli elementi in mediana , la formazione di Benitez presenta tante , troppe lacune. Questa specifica serve a ricordare che , così come accade nelle vittorie , si perde tutti insieme. Buttare la croce sul povero Benitez , colpevole solo di non volersi adattare ai pensieri del calcio nostrano , è ingiusto. Specialmente quando chi sta a capo della società si trancera dietro un silenzio stampa infinito , rilasciando solo tweet contro gli arbitri senza dare uno straccio di chiarimento su ciò che vorrà fare un domani.

NICOLA MOSCATO

 

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