CORRIERE DELLA SERA: "CHI CHIAMA CAFONE QUALCUN ALTRO SI PRESUME CHE POI AGISCA CON EDUCAZIONE"
Chi chiama cafone qualcun altro si presume che poi agisca con educazione. Chi accusa gli altri di pensare troppo ai soldi si presume che al denaro non sia attaccato. Chi minaccia un altro di mettergli le mani addosso non si presume niente: è un bullo o uno che si comporta da bullo, che poi è la stessa cosa. Per farci dimenticare in fretta Cesare Prandelli e i suoi modi da persona per bene, ieri il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha risposto ai giornalisti che alla riunione di Lega gli chiedevano notizie su Cavani, accusandoli di essere cafoni, di pensare solo ai soldi e minacciando di menarli se avessero insistito. De Laurentiis è legittimamente padrone del Napoli perchè lo ha comprato, e questo gli dà diritto a stare nel calcio, dove sta facendo anche bene. Ma delle sue escandescenze il calcio non ha bisogno. Il calcio ha bisogno del De Laurentiis che rispetta il fair play finanziario, non del De Laurentiis che in conferenza stampa alla domanda della giornalista su come sostituirà Lavezzi risponde: "Te ce metto a te nuda in mezzo al campo". E nemmeno ha bisogno del De Laurentiis che festeggia la Coppa Italia dicendo: "Così quel giornalista di m… juventino della Gazzetta sai come rosica". E, a proposito di attaccamento ai soldi, i tifosi hanno bisogno di un De Laurentiis che non venda (nè quest'anno nè il prossimo) Cavani come ha lasciato partire Lavezzi, non del De Laurentiis che mette in pay per view pure le amichevoli d'agosto.
a.f. Fonte: Corriere della Sera