“COME UN FILM…”
Tutto iniziò in quel maledetto mese di Agosto di qualche anno fa, dal tribunale di Napoli, arrivavano solo notizie catastrofiche, la principale ed unica era che Napoli non aveva più il suo Napoli, quella squadra che il grande Diego & C. aveva portato sul tetto d’Europa.Ma come nei film più dolci, più belli, dopo la tempesta c’è sempre l’arcobaleno, poi la quiete, ed ecco spuntare dal nulla l’uomo della resurrezione, Aurelio De Laurentiis.
Con un blitz, entrò, firmò ed annunciò “Ho preso il Napoli, da oggi sarò il presidente della Napoli Soccer”, detto fatto, iscrizione al campionato di serie C1, allestimento della squadra affidata ad un esperto come Pier Paolo Marino, chiamati a raccolta quanti più calciatori possibili per mettere su una squadra nel minor tempo possibile per ritornare in alto, in tanti risposero presente, nessuno si tirò indietro, tra i tanti ci piace ricordare il Pampa, vero uomo spogliatoio di questo Napoli.Napoli non si tirò indietro, la prima partita in casa fu Napoli – Cittadella, trentacinquemila spettatori, tutto oro colato per questa categoria, lo capisce il Rag. Macalli, presidente di quella lega, che capisce che macchina da soldi sarà il Napoli per quella serie, dando inizio alle danze delle sue decisioni cervellotiche. Arriva Sky, dirette televisive in casa e fuori, primi soldi veri per la nuova società, pensate mai la serie C aveva avuto tanto interesse dai media, era iniziata una nuova era, l’era della rinascita.
I due anni passati in serie C non sono stati affatto facili, anche se ti chiami Napoli, anzi, esalti chi ti sta di fronte, si mette in evidenza chi ti arbitra, si gioca su campi che almeno dovrebbero essere tali, ambienti ostili, si assaggia la categoria in tutta la sua durezza, ma si è lottato lo stesso con ardore, amore e soprattutto voglia di risalire, di ritornare nel calcio che conta, i tifosi sempre al seguito, anche senza vessilli ma con “Coerenza”, poi con “Carica” ed infine “Ti Amo”, quell’Amore sempre dato in ogni circostanza contro tutto e tutti, da Manfredonia a Teramo, a Giulianova, ad Avellino, a Salerno, tutti piccoli centri che cercavano il loro momento di notorietà solo perché arrivava o’ Napule, come dimenticare lo spareggio perso ad Avellino per la B, quello striscione con su scritto “Lacrime Napulitane” , come si fa a dimenticare, una sofferenza nella sofferenza, la vita spezzata di Sergio Ercolano in quella maledettissima sera di Avellino, la giustizia esemplare solo con il Napoli, siamo stati la punizione esemplare per tutti, i presidenti, i giudici, si ricordavano di essere tali e far rispettare le leggi, anzi si ricordavano che c’èrano e andavano rispettate, solo quando dovevano punire il Napoli. Si va in B, senza non poche tribolazioni, con un margine di vantaggio sulla seconda abbastanza cospicuo, ma che sofferenza, anche ancor prima di cominciare la categoria cadetta, Juventus penalizzata e retrocessa in B con trenta punti di penalizzazione, Bologna, Rimini,Genoa, Mantova, Brescia, Piacenza e altre che potrebbero essere sempre l’out sider di turno, ovvero il pericolo dietro ogni angolo, questo è il campionato che si prospetta davanti agli occhi del Napoli e dei suoi tifosi.Si comincia un campionato che per vincerlo devi per forza mettere in carniere quanti più punti è possibile, tutto questo il Napoli lo sa, arrivano Domizzi, Paolo Cannavaro, Gennaro Iezzo, Erminio Rullo, e tanti altri per tentare la scalata a quella categoria chiamata paradiso, ma si sa che per arrivare in paradiso devi obbligatoriamente passare per il purgatorio, meno male che l’inferno è alle spalle, “calciopoli” nel frattempo, ha messo a soqquadro il mondo del calcio, gli azzurri sulla loro strada troveranno una Juve arrabbiata ed un Genoa pronto ad approfittare di ogni passo falso, non ce che dire, davvero un bel campionato.Diciannovemila, questa è la quota abbonati del Napoli targato “B”, si parte cercando di dosare le forze, il campionato cadetto riserva insidie e tempi per agire, questo Marino e Reja lo sanno benissimo, la squadra va avanti per la sua strada, riesce a disputare un campionato di vertice senza mai lasciarsi intimorire dai blasoni delle dirette concorrenti, dal 9 settembre 2006, da Napoli – Treviso 4-2 allo 0-0 di Genoa – Napoli del 10 giugno 2006, una cavalcata trionfale, passando per Mantova, Brescia, Verona, Rimini, Bologna, contro allenatori che imponevano una guerra mediatica prima di giocare e poi ironica dopo aver perso, vero Mondonico ?, vero Cosmi ?.
Ma vediamo quali sono stati i numeri di questo Napoli, secondo in classifica con 79 punti, 21 vittorie, 16 pareggi, 5 sconfitte, 52 reti fatte, 29 reti subite, migliore difesa del campionato, 0 sconfitte in casa risultando poi l’unica imbattuta tra le mura amiche, ci rimane un cruccio, sapete qual è ?, il primo posto!!, se alla signora Juventus non fossero stati ridotti i punti di penalizzazione da trenta a diciassette e poi addirittura a nove, ma quando avrebbe recuperato? Non parliamo poi degli aiuti arbitrali, il peso del blasone ha sortito il effetto, stavamo parlando di numeri, il più bello lo abbiamo rimasto per ultimo per la sua bellezza e la sua importanza, 6.000.000 di tifosi nel mondo, esplosi all’unisono alle 16,57 di domenica 10 giugno 2007, a Torino, Milano, Roma, Toronto, New York, Monaco, Stoccarda, Adelaide, da tutto il mondo arrivano notizie di agenzia di caroselli spontanei dei NAPOLETANI DEL MONDO, sciarpe, bandiere e quanto di azzurro baciato dal vento sotto il cielo azzurro, inutile dire che l’epicentro del mondo è stato Napoli.
Un fiume in piena, una marea azzurra che attraverso le immagini televisive ha fatto il giro del mondo, gente senza età, dalla fantasia sfrenata, dalle lacrime di gioia agli sfottò più divertenti, dalle parrucche azzurre ai volti colorati di azzurro, dal neonato di tre mesi vestito d’azzurro a Gennarino, un asinello con la casacca del Napoli a Porta San Gennaro, fuochi d’artificio da far arrossire i migliori maestri cinesi, bande musicali improvvisate di venti, trenta persone che intonavano O’ Surdato ‘Nammurato tutte in fila con tanto di direttore d’orchestra, certo mi direte che ci sono stati anche episodi di inciviltà, ma dove la mamma dell’imbecille non è sempre incinta? Alle 21,27 a Capodichino atterra l’aereo azzurro, oltre diecimila tifosi ad accogliere la pattuglia azzurra fresca di A, la città è praticamente assediata per l’atteso passaggio della squadra su un bus scoperto, cosa che è resa possibile solo da mezzanotte, da viale Umberto Maddalena a Posillipo passando per Calata Capodichino, piazza Ottocalli, piazza Carlo lll°, via Foria, Museo, via Toledo, dovunque al passaggio del bus due ali di folla festanti ed inneggianti, ad onor del vero i calciatori, il presidente, Marino e Reja erano più scatenati dei tifosi, ed era giusto così, è stato il modo più bello di dire grazie a chi ha sofferto soffrendo insieme a loro, Signori, Napoli non è solo immondizia, delinquenza, malasanità e quant’altro, è anche gioia di vivere, di risorgere, di tornare a risplendere magari anche più degli altri, e che lo vogliate o no il Napoli può essere la nostra spinta, la nostra molla per una città di serie A che mira ad essere da Champions.