Bocca: “Con Higuain non c’è scampo per nessuno”
“Un giorno all’improvviso mi innamorai di te…”, Higuain canta e balla sotto la curva, al ritmo de “L’estate sta finendo” (1985) dei Righeira che probabilmente non sa nemmeno chi siano. (Per inciso Johnson Righeira, al secolo Stefano Rota di Torino, 55 anni, è juventino…). La scena è ormai un classico, e si ripete a ogni vittoria del Napoli, e a ogni show dell’argentino. Cinque doppiette, 20 gol in 20 partite: i numeri sono praticamente la perfezione. Sulla Higuain-dipendenza potremmo dibattere a lungo, ma rimarremmo nel campo della teoria. Certo è difficile sostenere che senza Higuain il Napoli sarebbe nelle stesse condizioni eccezionali in cui si trova ora. Però è vero che nessuno ha mai saputo che Milan sarebbe stato senza Rivera, il Cagliari senza Riva e il Barcellona senza Messi.
E’ sicuro però che l’esplosione di Higuain in parte copre tutti gli altri che nel Napoli stanno facendo cose eccezionali. Da Maurizio Sarri a Callejon per finire a Lorenzo Insigne. E un Insigne così ci interessa parecchio, eccome, in chiave nazionale. Anche se il ragazzo non si è ancora fidanzato ufficialmente con l’azzurro. Qualche presenza sporadica, e anzi un rapporto non facile con Conte, che non ha certo digerito il fatto che nelle ultime occasioni il nostro abbia preferito il Napoli all’Italia, accusando dolorini e acciacchi poi spariti velocemente una volta tornato a casa, al sole di Napoli.
Può essere che dentro Insigne ci sia un pezzo di dna che lo accomuna a Cassano, e del resto i purosangue scalciano, non è una novità. Non è del tutto negativo, anzi. Il fenomeno, se controllato e convogliato efficacemente, alza parecchio il raccolto di punti. Così abbondante per il Napoli da aver ormai staccato l’Inter (che col Sassuolo ha perso…), e tenuto a distanza la Juventus: l’avversario più temuto. Per non parlare poi del fatturato, se un giorno Insigne dovesse finire nel mirino di un Barcellona, di uno dei due Manchester, o di quel Psg che già due anni fa si portò via dal Pescara il geniale fratellino Marco Verratti, a un prezzo stracciato (12 milioni, ora ne vale almeno 4 volte tanto). Ne varrà altrettanti adesso Insigne?
Il ragazzo – assai talentuoso e un po’ pazzoide – si rende benissimo conto di essere in questo momento la degnissima spalla di quel fenomeno di Higuain, e dunque sbuffa, non digerisce del tutto la gestione dell’intransigente Sarri, bofonchia e protesta alle sostituzioni. Forse soffre un po’ addirittura la prorompente irruenza dell’argentino ormai accostato a Maradona. Mentre in tv Insigne è già stato accostato a Neymar. Sono giorni straordinari: la fantasia corre, i paragoni volano come i gol, i freni sono ormai rotti.
(Fabrizio Bocca, Bloooog!, La Repubblica)