BASTA IMPROVVISARE : SIAMO IL NAPOLI!

Il deludente pareggio interno contro l’Athletic Bilbao apre scenari preoccupanti in casa Napoli. Dalla delusione nelle parole di Benitez fino alla rabbia del post-partita di Higuain , gli alibi di una società colpevolmente in ritardo stanno per terminare. A De Laurentiis l’obbligo di porre rimedio per salvare la credibilità diun progetto barcollante

 

Alla luce della partita di andata di Champions League di ieri sera , il titolo più azzeccato per il Napoli di De Laurentiis sarebbe : “ L’arte di arrangiarsi”. Se non stessimo parlando di calcio , tale titolo sarebbe fuori di dubbio apprezzabile e meritevole di elogi : in fin dei conti , questa nobile arte trova proprio nella città di Napoli la sua massima espressione , segno di una città che mai ha conosciuto e conoscerà il verbo “ arrendersi”. Peccato , però , che nella Napoli calcistica non si possa vivere alla giornata. O almeno non dopo gli ennesimi proclami di vittoria esternati dal patron appena qualche settimana fa. Era la metà del mese di Luglio quando , al sol fine probabilmente di ringalluzzire una tifoseria delusa dall’arrivo di giocatori di rilievo , De Laurentiis prometteva ai tifosi azzurri che per l’anno avvenire il Napoli non poteva non lottare per altri obiettivi se non per quello del tricolore , promettendo ai supporters partenopei che la rosa sarebbe stata completata in vista del preliminare di Agosto ( per chi non ricordi , si parlò di “ ciliegine” per Benitez). In barba alle dichiarazioni , decisamente troppo ottimistiche dell’anno passato , l’imprenditore romano si è voluto sbilanciare nuovamente , forte del secondo anno di Benitez e probabilmente troppo sicuro di poter agevolmente accedere ai gironi di Champions. E’passato poco più di un mese da quelle dichiarazioni : gli unici calciatori arrivati a Napoli sono stati Andujar e Koulibaly ( già acquistati prima della fine della scorsa stagione) e Michu , semplice alternativa in attacco. Troppo poco , decisamente. Specialmente se le tue dirette concorrenti hanno rafforzato le loro rose , nonostante gli addii dei propri condottieri ( vedi Conte alla Juventus). Che questo preliminare di Champions sarebbe stato più difficile del previsto , lo si era capito prima del sorteggio delle urne. Giocatori tornati stanchi dal Mondiale e fuori condizione , cessioni troppo affrettate ( Behrami) senza avere già bloccato i giusti rimpiazzi. La sfortuna dell’urna di Nyon ha fatto poi il resto , “ regalando” agli azzurri l’avversario più temibile possibile : l’Athletic Bilbao di Ernesto Valverde. La logica conseguenza della confusione e dell’improvvisazione societaria non poteva che portare all’epilogo di ieri sera : dopo aver esternato velatamente la propria delusione per i mancati arrivi , da lui indicati dopo l’amichevole col Paris St.Germain , un quasi rassegnato Rafa Benitez è stato costretto a dover affrontare una sfida di tal importanza con calciatori accantonati ( Britos) ed altri fuori dal progetto da più di un anno ( Gargano). Senza considerare che nella lista Champions , l’allenatore madrileno non ha potuto inserire quelli che la società ha deciso di mettere sul mercato (Dzemaili , Pandev) che più di una mano avrebbero potuto dare ai propri compagni nell’andata contro i fastidiosi baschi. Il pareggio interno di ieri sera lascia l’amaro in bocca , non tanto per un’ipotetica eliminazione del Napoli(  in fin dei conti formazioni ben più titolate di quella azzurra ,vedasi quest’anno il Manchester United) , quanto per gli scenari di un progetto societario che , al posto di aumentare in credibilità , pare si stia sfaldando giorno per giorno. Lo sguardo , misto di rabbia e rassegnazione , di Gonzalo Higuain ( come non capire il suo stato d’animo da fuoriclasse tradito dopo il goal realizzato ieri?) è l’esempio lampante di tale situazione.  Questo articolo non vuole essere una sentenza per Aurelio De Laurentiis : già durante il corso della scorsa stagione ,  scrissi che il termine ultimo per apprezzare la bontà del progetto sarebbe stato il 2 Settembre , giorno in cui si chiuderà la sessione estiva del calciomercato. Mancano ancora tredici giorni : tredici giorni per dimostrare ad una tifoseria , che anche ieri ha dato ampia dimostrazione di fiducia alla squadra riempiendo in ogni ordine di posto il San Paolo , la volontà societaria di voler investire per rendere più forte un organico ( ad oggi valido ma zeppo di lacune in ogni reparto) , cui non manca molto per vincere. Tredici giorni per regalare fatti concreti ai meri proclami di vittoria , andando ad investire quel “tesoretto” avanzante dalla cessione di Cavani , rimpinguato dalle entrate per la partecipazione alla Champions League dello scorso anno. Senza parlare di quello derivante dalla cessione di Fernandez al Chelsea , di Behrami all’Amburgo , al prestito oneroso di Vargas e di tutti i calciatori che ci saluteranno entro Settembre. Tredici giorni per buttare il primo mattone al rinnovo di un allenatore vincente come Rafa Benitez e alla permanenza di calciatori indispensabili per il progetto Napoli , quali Higuain , Callejon , Albiol e Mertens. Solo quindici giorni. Dopodichè la società dovrà necessariamente assumersi la personale responsabilità di un progetto destinato inevitabilmente a ridimensionarsi. Se non addirittura a morire. E sarebbe un fallimento imperdonabile.

NICOLA MOSCATO

 

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