Alex Meret: giovane fuoriclasse, ma forse ancora con dei limiti

 

In una squadra che vuole e che ha quasi l’obbligo morale e di cuore di riuscire a vincere qualcosa di importante è necessario che tutti i meccanismi sul terreno di gioco funzionino alla perfezione, dagli attaccanti al portiere.

Al Napoli oggi tra i pali c’è il giovane Alex Meret. Il portiere dell’under 21 italiana pare avere il destino già segnato, per la sua bravura  – e per i paragoni che piacciono tanto alla stampa sportiva italiana – con illustri compagni di reparto della generazione passata, nomi pesanti come Dino Zoff e Gianluigi Buffon. Arrivato a vestire l’azzurro del Napoli lo scorso anno, Meret si è trovato a fare i conti con un infortunio e con lo spettro di quello che per anni al San Paolo è stato un simbolo: Pepe Reina.

Il portiere spagnolo, granitico tra i pali e in grado di essere il primo ad impostare il gioco con i piedi è stato, dentro e fuori dal campo, un punto di riferimento per i suoi compagni. Con il suo addio, il Napoli si è mosso in fretta sul mercato, rimpinguando il reparto portieri come poche volte nella sua storia con nomi di livello, tre estremi difensori che in un modo o in un altro possono ricoprire il ruolo di portiere in una squadra di livello senza sfigurare: Karnezis, Ospina e proprio Alex Meret.

L’allenatore del Napoli lo scorso anno ha avuto il proverbiale “imbarazzo della scelta” tanto che per prendere le misure della squadra, ha operato un massiccio turnover che ha coinvolto anche i portieri, facendoli ruotare nelle tre competizioni principali. Siamo reduci dalla prima giornata del campionato di serie A 2019/2020 che ha visto il Napoli vincere 3-4 contro una mai doma Fiorentina, Alex Meret ha fatto il suo primo vero e proprio “esordio” tra i pali e purtroppo ha mostrato qualche insicurezza di troppo, specialmente nelle uscite sulle palle inattive e tra i pali.

Insicurezze che hanno accompagnato il giovane portiere azzurro anche nella partita contro la Juventus, nel corso della quale è stato poco tempestivo e reattivo sul primo goal,  e se proprio si volesse trovare il proverbiale “pelo nell’uovo” non è stato nemmeno freddo nel chiamare palla ai compagni, qualche secondo prima della clamorosa autorete di Koulibaly.

Gli si vuole e gli si deve concedere il tempo di crescere e migliorare – anche in virtù delle sue indubbie qualità – ma non si può non rilevare quanto sia importante essere freddi, capaci e caparbi in un ruolo come il suo e in una squadra come il Napoli che ha l’obbligo di sangue e morale, di vincere per spodestare la vecchia Signora dal trono sul quale siede da ormai quasi un decennio.

Proprio in virtù degli obiettivi dichiarati, più o meno esplicitamente, la speranza è che questo “giovane fuoriclasse” si irrobustisca in fretta: il tempo corre veloce e la settimana prossima ci sarà proprio la Juventus davanti alla porta del Napoli  difesa da Alex Meret. Gli si vuole dare il tempo e il modo di crescere per diventare – in una difesa cambiata per due terzi – il punto di riferimento che un portiere con la P maiuscola deve essere; con la speranza che da giovane promessa dal destino segnato possa diventare un campione azzurro che ha tenuto fede alle aspettative generate dal suo talento.

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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