Dov’è finita la difesa impenetrabile ?
Non bisogna preoccuparsi ma bisogna riflettere, capire perché la difesa del Napoli, impenetrabile nella prima parte di stagione, è d’un tratto diventata fragile. Lo dicono i numeri: dal 2016 ad oggi, il Napoli ha subito 18 reti in totale, ovvero la media di oltre un gol a partita, spesso figlio di distrazione o errore dei singoli, ma pur sempre campanello d’allarme che spiega – in parte – il distacco di sei punti dalla Juve. La storia insegna che il calcio italiano non è “terreno fertile” per chi segna, ma per chi non fa segnare, per chi vince 1-0 e magari gioca anche maluccio, ma ha la forza di non subire mai, di rischiare poco. Di vincere col minimo, a prescindere dal gioco. Il Napoli ci era riuscito fino a dicembre (appena 11 gol subiti in campionato), abbracciando estetica ed efficacia. Poi qualcosa è cambiato: forma fisica e “papere” dei singoli (vedi Chiriches col Chievo, oppure Koulibaly e Reina col Genoa) alla base dell’involuzione azzurra, che non preoccupa ma neppure va sottovalutata. Nel ventre delle polemiche, rincorrendo i “perché” del sogno (quasi) infranto, anche la difesa ha la sua bella fetta di responsabilità.