MILANO DA BERE (PER NON AFFOGARE)

Male male, avrebbe detto un recente allenatore dell’Inter.  Stavolta ci avrebbe beccato in pieno, lui che se la passa molto meglio della sua ex squadra, non fosse altro che per gli obiettivi differenti. L’Inter, ma non solo. Anche il Milan non vive uno dei suoi momenti migliori dopo la sconfitta interna contro il Palermo, che ha ridimensionato fortemente le ambizioni di Inzaghi. Due piazze (anzi una, ma vabbè) estremamente esigenti, che forse non sono pronte ad aspettare tempi migliori. Vedremo quanto durerà. 

Chi sta vivendo un pessimo quarto d’ora è sicuramente Mazzarri all’Inter. Mai davvero benvoluto dai tifosi, che fin da subito gli hanno imputato la caratteristica di “piangina” che già gli avevano affibbiato nel periodo napoletano, l’unica opzione che aveva il toscano per farsi apprezzare era vincere e fare punti. Ci è parzialmente riuscito nell’anno dell’ambientamento, dove ha riagganciato l’Europa League e ha chiesto uno sforzo al presidente Thohir. Lo sforzo è arrivato, i risultati non proprio, visto che l’Inter non se la passa malissimo ma neanche bene. Soprattutto – ed è una cosa che in certi posti perdonano meno delle sconfitte – i nerazzurri giocano male. Male male, appunto. E ora, dopo aver resuscitato il Parma, l’hashtag #Mazzarrivattene ha preso piede più dell’ebola, ma a differenza della pandemia africana finirà probabilmente per colpire una sola persona. Per la gioia di tante altre. 

Tempi duri anche a Milanello. Inzaghi al termine di Milan-Palermo aveva gli occhi lucidi, non riusciva a spiegarsi un simile tracollo. Troppo brutto per essere vero, il suo gruppo che a sprazzi promette mari e monti ma poi si affloscia puntualmente come il peggior soufflé. Il Milan paga il cantiere aperto di questa estate, con un mercato approssimativo in alcuni settori (la difesa ad esempio) ed eccessivo in altri (tanta concorrenza lì davanti non fa bene a nessuno). Anche qui qualche tifoso inizia a storcere il naso, idem qualche ex senatore troppo trascurato che mina alla base l’armonia dello spogliatoio. 

Questi i peccati originali di una squadra a cui comunque va dato un gran beneficio del dubbio: Pippo è bravo davvero, la squadra sta trovando ancora i meccanismi e tutto sommato, al di là della singola sconfitta, la classifica non è così male. Margini ce ne sono, e molti, a patto che Galliani, Berlusconi e tutto il resto della combriccola abbiano un po’ di pazienza. Sull’altra sponda invece la pazienza sembra essere finita. L’allenatore non fa altro che lamentarsi e questa cosa sta stufando anche il presidente, che quest’estate è stato parecchio munifico. Diciamolo nel momento meno opportuno: per la Milano del calcio non è tutto perduto, anzi. Le campagne acquisti più intelligenti degli ultimi 3-4 anni daranno una mano, le scelte giuste faranno il resto. Quali scelte? Arrivateci da soli, l’unico indizio è che sono due scelte opposte…

ANTONIO PAPA 

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